venerdì 27 ottobre 2023

Je flotterai sans envie

Tappa conclusiva del progetto tripartito dedicato al giovane Arno, Je flotterai sans envie riporta come data di uscita il 2008 ma a conti fatti potrebbe stare benissimo prima di Compilation,12 instants d’amour non partagé (2007) e Vosges (2006, il più breve e sperimentale del trio). Questo perché qui si consuma l’effettivo distacco tra Frank Beauvais e la sua imberbe fiamma, anzi, più che distacco quello di Arno è un progressivo sottrarsi, sfuggire, scappare via, e in un tale movimento di fuga anche il cinema ne esce con le ossa rotte. L’idea del regista francese era infatti di coinvolgere il ragazzo in un non ben specificato percorso, tuttavia, pur provandoci a più riprese, il film rimane nell’area delle velleità e a Beauvais non resta che constatare di come anche la sua relazione, esattamente come l’opera che ha in mente, è destinata al fallimento. Il parallelo tra la liaison impossibile e il manufatto continuamente interrotto è piuttosto interessante per modi, tempi ed anche a conclusioni a cui si giunge, perché comunque, a prescindere da tutto, qualcosa viene a galla, ovvero I’ll Be Floating..., il mediometraggio in oggetto, così come anche del rapporto tra i due, seppur reciso e addirittura rifiutato da Arno, permane della brace che non riesce a spegnersi completamente.

Mi ripeterò ma queste produzioni giovanili di Beauvais (e anche quella più recente: Just Dont Think Ill Scream, 2019) mi ricordano molto l’approccio di Vincent Dieutre, in aggiunta ci metterei anche un po’ di João Pedro Rodrigues (forse sono influenzato dalla location portoghese) per la capacità di ricamare sulla realtà nonostante l’impianto generale risulti ancora leggermente grezzo. L’aspetto da videodiario che emerge accusa i quasi tre lustri sul groppone, qualche scelta tecnica inoltre appare un filo datata (mi riferisco per esempio al fatto di accelerare alcune sequenze) però credo sussista una coerenza tra le immagini ed il corrispettivo narrativo costituito soltanto da dialoghi fuori campo tra i due protagonisti, cioè c’è un legame tra l’estetica ed il flusso di parole che arriva alle nostre orecchie, e non tanto in termini didascalici quanto nei sentimenti che vengono espressi. Peccato che gli ultimi dieci minuti siano incentrati su un monologo di Arno sull’amore che non mi ha convinto in pieno, povero Frank poi friendzonato da un pischello ma le sue competenze professionali rimangono valide, Beauvais è per me un valido autore che va approfondito.

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