Questo blog termina così, come era iniziato, quasi per caso.
Forse tornerò ad aggiornarlo… chissà… in fondo lo spero, in questi mesi mi sono divertito molto, e ho ancora un mucchio di cose da pubblicare, forse resteranno per sempre nei miei documenti o forse no.
Chiudo perché sono affranto dalle persone, non vorrei eccedere di vittimismo, ma la frase “capitano tutte a me” sembra calzarmi a pennello.
La mia vita è fatta da momenti piatti che durano anche molti mesi, alternati a slanci improvvisi ed inaspettati di VITA e di tutto ciò che comporta vivere, quindi soffrire. Vorrei scrivere quello che mi è successo stanotte perché possiede un lato comico non indifferente, magari mi servirebbe anche per esorcizzare, però non ho la forza, le dita pesano tonnellate come i pensieri che affollano la mia testa in questo momento.
Sono stanco e deluso perché non trovo una via d’uscita. Quel che rimaneva della notte l’ho passata a rivoltarmi nelle coperte sperando che fosse stato solo un brutto sogno. Invece al mattino la voce ovattata del telecronista delle olimpiadi proveniente dalla cucina mi ha fatto capire che di onirico non c’era niente.
Oggi a pranzo non ho praticamente mangiato, mia madre, come tutte le mamme, ha capito che c’è qualcosa che non va, ma non dice niente… sono sicuro che adesso starà sussurrando a mio papà qualcuna delle sue mille preoccupazioni. E mio padre da dietro il suo giornale dirà un “eh…” accompagnato da spallucce.
Adesso sono qua, davanti a questo foglio di word che chiede di essere riempito. Ma io non ne ho più voglia, mi è passata insieme a tutto il resto, quindi saluto i pochi lettori e auguro a tutti un buon ferragosto.
Ciao,
A.
Forse tornerò ad aggiornarlo… chissà… in fondo lo spero, in questi mesi mi sono divertito molto, e ho ancora un mucchio di cose da pubblicare, forse resteranno per sempre nei miei documenti o forse no.
Chiudo perché sono affranto dalle persone, non vorrei eccedere di vittimismo, ma la frase “capitano tutte a me” sembra calzarmi a pennello.
La mia vita è fatta da momenti piatti che durano anche molti mesi, alternati a slanci improvvisi ed inaspettati di VITA e di tutto ciò che comporta vivere, quindi soffrire. Vorrei scrivere quello che mi è successo stanotte perché possiede un lato comico non indifferente, magari mi servirebbe anche per esorcizzare, però non ho la forza, le dita pesano tonnellate come i pensieri che affollano la mia testa in questo momento.
Sono stanco e deluso perché non trovo una via d’uscita. Quel che rimaneva della notte l’ho passata a rivoltarmi nelle coperte sperando che fosse stato solo un brutto sogno. Invece al mattino la voce ovattata del telecronista delle olimpiadi proveniente dalla cucina mi ha fatto capire che di onirico non c’era niente.
Oggi a pranzo non ho praticamente mangiato, mia madre, come tutte le mamme, ha capito che c’è qualcosa che non va, ma non dice niente… sono sicuro che adesso starà sussurrando a mio papà qualcuna delle sue mille preoccupazioni. E mio padre da dietro il suo giornale dirà un “eh…” accompagnato da spallucce.
Adesso sono qua, davanti a questo foglio di word che chiede di essere riempito. Ma io non ne ho più voglia, mi è passata insieme a tutto il resto, quindi saluto i pochi lettori e auguro a tutti un buon ferragosto.
Ciao,
A.