La prima volta che vidi
Eraserhead avevo 18 anni e mezzo. Fu un colpo di fulmine.
Fino a quel momento la mia concezione di cinema era circoscritta alle pellicole che venivano trasmesse nelle sale o alla televisione, non immaginavo neanche lontanamente di quale universo si celasse oltre quello che già conoscevo.
Non capii assolutamente nulla alla prima visione di
Eraserhead, però rimasi così affascinato dall’atmosfera malata che lo permea, anzi direi che me ne innamorai, tanto da appropriarmi del nome nella mia vita virtuale.
A distanza di due anni e sei mesi ho deciso di rivederlo. Non so perché, non c’è un motivo.
Lynch non parla quasi mai pubblicamente dei suoi film, ed in particolare di questo, perché ritiene che lo spettatore debba farsi una personale idea di ciò che ha visto.
Premettendo che
Eraserhead deve essere seguito con la massima attenzione, io l’ ho interpretato nel seguente modo:
Henry è una persona con dei problemi mentali, e Lynch ce lo fa capire (a modo suo) fin dai primi secondi. Quando il volto del protagonista è messo di sbieco sullo schermo appare l’immagine di una specie di spermatozoo sopra di lui, se si osserva bene la testa di questo essere è posizionata in corrispondenza a quella di Henry, e la sua “coda” assomiglia ad una colonna vertebrale. Subito dopo viene inquadrato un tizio che muove una leva, e contemporaneamente l’essere-cervello schizza via, precipitando in una pozza scura.
La qualità che rende
Eraserhead un must assoluto è l’atmosfera che Lynch è riuscito a creare, lo score fatto di rumori metallici alimenta uno stato di ansia nello spettatore, cosicché anche una semplice cena dai genitori di Mary, la ragazza di Henry, tocca vette altissime di inquietudine che hanno l’apice nella scena del pollo insanguinato. Il sangue fa perdere la testa alla madre di Mary che chiede insistentemente ad Henry se ha avuto dei rapporti sessuali con sua figlia, ecco che il sangue del pollo, forse, è la rappresentazione dello sverginamento di Mary.
Appurata la relazione intima tra i due, Henry e Mary si trasferiscono a casa di lui insieme alla loro creatura, un mostro amorfo con la testa da rettile.
L’equilibrio della vita coniugale è spezzato dal pianto del figlio-mostro che esaspera Mary a tal punto di farla tornare dai suoi genitori.
Da questo momento in poi nel film si alternano scene oniriche e scene reali.
È sogno quando il protagonista vede la cantante coi guancioni che sembra vivere nel calorifero della sua stanza.
È realtà quando Henry va a letto con la sua vicina di casa, una prostituta.
Particolarmente importante è la sequenza delle matite. Si vede un pavimento a scacchi su cui schizzano via cervelli simili a quelli della sequenza iniziale, il volto di Henry è terrorizzato, picchietta nervosamente sulla ringhiera della balaustra a cui è appoggiato, ad un tratto la sua testa salta in aria e piomba sul pavimento a scacchi, al posto di essa affiora quella del figlio-mostro che piange. La testa mozzata intanto è circondata da una pozza di sangue, la mdp stringe su di essa mentre sprofonda dentro alla pozza, così come era successo nella sequenza iniziale. Inquadratura fissa e si vede passare la testa sul fianco di un palazzo, una volta a terra viene raccolta da un bambino che la porta da uno strano tizio. Quest'ultimo aspira da essa un tubicino di gomma che viene inserito all’interno di un macchinario adibita al posizionamento di gommette per cancellare sulla capocchia delle matite. Quando il processo ha fine il tizio testa la matita su un foglio di carta, tira una riga e poi cancella con la gomma, poi spazza via le “briciole” che si sono formate sul foglio. La mente che cancella. Più chiaro di così.
Infine, la vista soggettiva della prostituta che tra le braccia di un altro vede Henry come una persona acefala, forse è la considerazione che essa ha di lui.
Le righe scritte qui sopra sono soltanto mie supposizioni, forse è tutto sbagliato o forse è tutto giusto. Probabilmente, però, non ha molto senso spaccare il capello quando si tratta un film “weird”, lo stesso Lynch ha definito
Eraserhead come “un sogno di cose oscure e inquietanti”, quindi non c’è altro da fare che lasciarsi trasportare dalle immagini che solo questo regista sa regalare.