lunedì 14 aprile 2008

La croce dalle sette pietre

Quando è possibile catalogare un film come una pellicola trash? Fondamentalmente l’etichetta che io ho creato con quel nome è sbagliata, “trash” non è un genere come può essere il “drammatico”, il “thriller” o il “sentimentale”, se si escludono le produzioni della Troma, che infatti ho deciso di separare, nessuna regista ha, o ha avuto in passato, l’idea di fare un film brutto; per me la definizione più calzante è quella data da Tommaso La branca che identifica il trash “nell’emulazione fallita di modelli alti”.
La croce dalle sette pietre è considerato il peggiore film mai girato in Italia, se si cerca qualcosa in rete non si troverà altro che giudizi negativi su questa prima opera di Marco Antonio Andolfi, il quale è anche il protagonista di questo scempio.

A parte le scene di lotta e quelle di sesso che rasentano l’idiozia (in La bestia in calore -1977- forse sono peggio), a parte la recitazione di Andolfi che è espressivo come una statua di marmo, a parte le trasformazioni in uomo-lupo di quest’ultimo in cui ci regala smorfie di rara bellezza, a parte i dialoghi dove certe volte gli attori fissano la mdp invece che il loro interlocutore, a parte le musiche che sono orripilanti, a parte i nomi dei mafiosi come Totonno il cafone, a parte che una divinità di nome Aborym sembra uscita dalla bocca di Mughini, a parte gli effetti speciali improponibli, a parte la recitazione di tutti gli attori che (spero) siano stati presi per strada, a parte che durante il film continuano a ripetere ad Andolfi che è un bel ragazzo (?), a parte che della trama non si capisce un cazzo, a parte mille altre cose, La croce dalle sette pietre è davvero una roba allucinante. Non accenno neanche la trama da quanto è sconclusionata; il bello è che il film è stato girato nell'87, invidio molto Andolfi per il suo coraggio, mentre nel mondo uscivano Full Metal Jacket, Gli intoccabili o Il cielo sopra Berlino, lui si presentava con La croce dalle sette pietre aka L’uomo lupo contro la camorra. Che grand’uomo!
Nel 2007 Andolfi ha girato il seguito: Riecco Aborym.

Posto qualche frame del film in modo da mettere in guardia qualche coraggioso che volesse intraprendere la visione di sta roba.

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