Eddy Endolf è tornato, ed è peggio di prima.
Ventuno anni di silenzio non gli hanno giovato, magari uno pensa che si è acculturato, che ha migliorato il suo stile, la sua tecnica (registica e/o recitativa) … manco per il cazzo! Ed è per questo che amo quest’uomo!
Ammetto che speravo in qualcosa di più, non so un Aborym nuovo di zecca, qualche rivelazione taciuta per anni, invece niente, in mezz’ora almeno la metà delle immagini sono riprese da La croce dalle sette pietre (1987), l’altra metà vede protagonisti Andolfi e la sua compagna dialogare nella loro casetta (roba da Actor Studio!).Il primo impatto è forte, Andolfi è invecchiato parecchio, mostra capelli bianchi e maniglie dell’amore con una certa nonchalance; la sua consorte, che ha il coraggio di slinguazzarselo, probabilmente ha qualche infarinatura di recitazione e devo dire che è abbastanza bravina. Comunque dopo una scena di sesso (in mutande) la tipa chiede delucidazioni al nostro eroe sulla croce, che a sentir le sue parole è fastidiosa mentre fanno l’amore. All’inizio il buon Eddy tergiversa, poi parte il "do you remember" e bisogna sorbirsi nuovamente alcune scene clou del primo film.
Tutto nella norma, cioè una schifezza, fino a quando il protagonista non afferma che la croce è la causa delle continue guerre e malattie in Africa in quanto è stata portata via a tradimento dal continente nero, e così partono immagini in stile mondo movie di bambini scheletrici e carri armati. Ma che c’entra dico io? Gigante Andolfi!
E veniamo alla fine che è la parte migliore. Tre ladri entrano in casa di Eddy e lo derubano della collana, ma essendo mezzanotte, privo del suo amuleto ecco che il Nostro si trasforma nel più amato degli uomini-lupo. Purtroppo non siamo testimoni della metamorfosi (il budget sarà stato moooooolto limitato), ma le facce dei tre ladri la dicono lunghissima.
Nelle ultime battute c’è il colpo di scena che non ti aspetti e che nessuno avrebbe voluto vedere, ci mancherai Eddy.
Ventuno anni di silenzio non gli hanno giovato, magari uno pensa che si è acculturato, che ha migliorato il suo stile, la sua tecnica (registica e/o recitativa) … manco per il cazzo! Ed è per questo che amo quest’uomo!
Ammetto che speravo in qualcosa di più, non so un Aborym nuovo di zecca, qualche rivelazione taciuta per anni, invece niente, in mezz’ora almeno la metà delle immagini sono riprese da La croce dalle sette pietre (1987), l’altra metà vede protagonisti Andolfi e la sua compagna dialogare nella loro casetta (roba da Actor Studio!).Il primo impatto è forte, Andolfi è invecchiato parecchio, mostra capelli bianchi e maniglie dell’amore con una certa nonchalance; la sua consorte, che ha il coraggio di slinguazzarselo, probabilmente ha qualche infarinatura di recitazione e devo dire che è abbastanza bravina. Comunque dopo una scena di sesso (in mutande) la tipa chiede delucidazioni al nostro eroe sulla croce, che a sentir le sue parole è fastidiosa mentre fanno l’amore. All’inizio il buon Eddy tergiversa, poi parte il "do you remember" e bisogna sorbirsi nuovamente alcune scene clou del primo film.
Tutto nella norma, cioè una schifezza, fino a quando il protagonista non afferma che la croce è la causa delle continue guerre e malattie in Africa in quanto è stata portata via a tradimento dal continente nero, e così partono immagini in stile mondo movie di bambini scheletrici e carri armati. Ma che c’entra dico io? Gigante Andolfi!
E veniamo alla fine che è la parte migliore. Tre ladri entrano in casa di Eddy e lo derubano della collana, ma essendo mezzanotte, privo del suo amuleto ecco che il Nostro si trasforma nel più amato degli uomini-lupo. Purtroppo non siamo testimoni della metamorfosi (il budget sarà stato moooooolto limitato), ma le facce dei tre ladri la dicono lunghissima.
Nelle ultime battute c’è il colpo di scena che non ti aspetti e che nessuno avrebbe voluto vedere, ci mancherai Eddy.
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