Si tratta qui della versione restaurata proposta al festival di Cannes 2002.
Titolo italiano più d’impatto rispetto all’originale (Come drink with me), si raccontano le gesta di Rondine d’Oro, esperta di arti marziali decisa a ritrovare suo fratello rapito dal cattivissimo Tigre Faccia di Giada (bianco in volto però!).
Se per l’America il genere western rappresenta la mitizzazione di una parte della sua storia, per il Giappone esistono migliaia di pellicole appartenenti all’inesauribile filone dei chambara movies, ovvero quei film caratterizzati da spettacolari combattimenti a colpi di spada, negli ultimi anni questo genere è stato aiutato dalla tecnologia regalando perle visive come La tigre e il dragone (2000) o La foresta dei pugnali volanti (2004).
Uscito nel 1966, Le implacabile lame di Rondine d’Oro è simbolo di un cinema orientale precursore di quello che tutti noi conosciamo. La trama è semplice e lineare, si intravede una ricerca per il gusto estetico soprattutto nei combattimenti, un po’ fasulli, ma pur sempre spettacolari. Inoltre non mancano morti violenti e qualche centilitro di sangue, una specie di “incubazione” della violenza (ma sempre di classe) che caratterizzerà alcuni film giapponesi del futuro.
A me non è piaciuto, ma questo giudizio è figlio dei miei gusti e delle mie tendenze (cinematografiche, of course), riconosco però un certo stile, asciutto e sofisticato nello stesso tempo, belli i campi lungi delle colline giapponesi o le riprese avvolgenti nella casa di Gatto Brillo, e, non da meno, la battaglia all’interno della locanda.
Oltre a questo, però, il peso degli anni si fa sentire, e vedere pugnali che sfrecciano emettere sibili cartooneschi, o osservare espressioni dei combattenti non proprio da Actor Studio fanno sorridere non poco.
Prima del canonico “the end” ho avuto un deja-vu, vedendo Rondine d’Oro allontanarsi col suo cavallo, mi è venuto in mente il finale di uno dei due Grindhouse, il fatto è che potrebbe essere realmente un omaggio in quanto si vocifera che Tarantino voglia fare un remake di questo film in lingua originale con i sottotitoli in inglese.
Titolo italiano più d’impatto rispetto all’originale (Come drink with me), si raccontano le gesta di Rondine d’Oro, esperta di arti marziali decisa a ritrovare suo fratello rapito dal cattivissimo Tigre Faccia di Giada (bianco in volto però!).
Se per l’America il genere western rappresenta la mitizzazione di una parte della sua storia, per il Giappone esistono migliaia di pellicole appartenenti all’inesauribile filone dei chambara movies, ovvero quei film caratterizzati da spettacolari combattimenti a colpi di spada, negli ultimi anni questo genere è stato aiutato dalla tecnologia regalando perle visive come La tigre e il dragone (2000) o La foresta dei pugnali volanti (2004).
Uscito nel 1966, Le implacabile lame di Rondine d’Oro è simbolo di un cinema orientale precursore di quello che tutti noi conosciamo. La trama è semplice e lineare, si intravede una ricerca per il gusto estetico soprattutto nei combattimenti, un po’ fasulli, ma pur sempre spettacolari. Inoltre non mancano morti violenti e qualche centilitro di sangue, una specie di “incubazione” della violenza (ma sempre di classe) che caratterizzerà alcuni film giapponesi del futuro.
A me non è piaciuto, ma questo giudizio è figlio dei miei gusti e delle mie tendenze (cinematografiche, of course), riconosco però un certo stile, asciutto e sofisticato nello stesso tempo, belli i campi lungi delle colline giapponesi o le riprese avvolgenti nella casa di Gatto Brillo, e, non da meno, la battaglia all’interno della locanda.
Oltre a questo, però, il peso degli anni si fa sentire, e vedere pugnali che sfrecciano emettere sibili cartooneschi, o osservare espressioni dei combattenti non proprio da Actor Studio fanno sorridere non poco.
Prima del canonico “the end” ho avuto un deja-vu, vedendo Rondine d’Oro allontanarsi col suo cavallo, mi è venuto in mente il finale di uno dei due Grindhouse, il fatto è che potrebbe essere realmente un omaggio in quanto si vocifera che Tarantino voglia fare un remake di questo film in lingua originale con i sottotitoli in inglese.
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