Secondo capitolo della
trilogia A contraluz, Alumbramiento (2007) si muove in senso
opposto al discreto Contracuerpo (2005): questa volta
Chapero-Jackson mette in piedi un corto a cui non preme l’urgenza
della metafora o dello scompaginamento temporale, la linearità
è il dogma a cui si attiene fregiandosi di un minimalismo che
ben si sposa con l’argomento strettamente intimo rappresentato.
Perché sebbene il titolo significhi in spagnolo “nascita”,
il regista si colloca all’antitesi riprendendo una morte, quella di
una signora anziana, e i famigliari presenti al capezzale;
l’atmosfera resa è da estrema unzione e votata ad
un’introversione che dà credibilità alle sofferenze
della povera donna e a tutto il peso nostalgico degli ultimi e
definitivi ricordi (rivolti per buona parte, come spesso accade per
chi è ormai ad un passo dal traguardo della vita, alla propria
madre) che sovrappongono nebulosamente presente e passato (“mettete
via quei giocattoli!”).
Per il comparto tecnico
Chapero-Jackson manifesta capacità di buon livello
impreziosite da un cast decisamente professionale (sono tutti attori
dal corposo curriculum) e da almeno due piccolissime trovate che il
sottoscritto ha apprezzato (il cellulare che squilla nel buio
all’inizio e il breve pianosequenza a ritroso che chiude il film).
Dove il regista ispanoamericano persuade molto meno a confronto del
lavoro precedente è sul piano contenutistico, l’intenzione
parrebbe essere quella di inscenare l’annosa questione del vuoto
che intercorre tra l’accanimento terapeutico e la morte assistita,
inseguendo questa meta si dimentica però di fornire spessore,
di concatenare cause ed effetti, di legittimare il comportamento
della nuora che inspiegabilmente allevia di sua sponte i patimenti
della suocera assumendo dunque i connotati della pietà o
qualcosa di simile contrapposti al criterio scientifico del
figlio-dottore che tenta di iniettare qualsiasi tipo di medicinale
nel corpo di sua mamma, ricreando allora su pellicola un vespiano
dibattito etico poco stringente, disossato dalla sua stessa natura
elementare che si concentra esclusivamente sull’esposizione del
tema, un trattatello sull’eutanasia di cui si può
prescindere.