lunedì 31 dicembre 2018

O kalyteros mou filos

Tranquilli, O kalyteros mou filos aka Il mio migliore amico (2001) è un film indecente per cui evitate di lasciarvi trasportare da intenti filologici, se vi piace il cinema di Yorgos Lanthimos allora non guardate assolutamente il suo lungometraggio d’esordio perché pur essendoci la paternità statistica non si registra quella artistica, il cinema, discutibile quanto si vuole ma perlomeno cinema, arriverà solo qualche anno dopo con Kinetta (2005), qui affoghiamo in un banale colliquativo che si prefigura già da una trama abusata: Konstadinos (si tratta di Lakis Lazopoulos, anche co-regista del film) perde un volo aereo e ritorna a casa dove becca la moglie a letto con Alekos, l’amico di sempre, da qua parte una floscia sarabanda di siparietti dove varie macchiette si prendono e si lasciano provocando al massimo poderosi sbadigli. Ma vabbè, uno pensa che pur trattandosi di un Lanthimos acerbo e alle prime armi almeno il metodo di trasmissione sarà più innovativo delle tematiche trattate, invece no, cioè, oddio, più che altro regna una fastidiosa confusione che si potrebbe definire frenesia di voler riprendere tutto e di accentuare una comicità sterile, talmente vacua da risultare urticante. Salvabili soltanto perché il resto affonda che è un dispiacere i flash con i due protagonisti bambini/adulti, flebili lampi nel buio più buio.

Il grottesco non funziona e a parte la bizzarria di alcuni personaggi (il [o la] detective; i tizi pelati in sciopero che ricompaiono nella storia) o talune scene in cui l’ambientazione ricorda vagamente una realtà pseudo-futuristica (il tipo nel taxi, il negozio di parrucchieri), nient’altro spicca perché non sussistono proprio le possibilità che ciò possa accadere, questo è davvero un film che non può essere apprezzato da nessuno, né dal cosiddetto cinefilo perché una roba del genere è letale Kryptonite per i suoi occhi, né la persona qualunque che ogni tanto guarda cosa c’è in tv alla sera perché lo standard qualitativo di O kalyteros mou filos è inferiore anche ai prodotti spudoratamente catodici. Non saprei che altro aggiungere poiché obbrobri così annientano la voglia di aprire un file Word e buttarci dentro le impressioni generatesi dalla visione. Tremendo, tremendo e tremendo, l’ordine perentorio è: dimenticare. Subito.