Si era potuto intendere
guardando Pude ver un puma (2011) che Eduardo Williams fosse
uno di talento, e adesso che dopo una manciata di corti è
finalmente arrivato il lungometraggio di debutto la supposizione è
diventata piena conferma perché El auge del humano
(2016) è un film che si configura come unico, e non tanto nel
metodo perché si tratta di un cinema del reale con annessi
pedinamenti/stalkeraggi nei confronti degli esseri umani in scena che
all’incirca abbiamo già visto (basta rimanere in Argentina:
Leones, 2012), quanto nella concertazione complessiva che,
come puntualmente sanno fare i grandi film, continua a macerare anche
dopo l’alienante sequenza di “ok”, e attraverso uno sguardo di
insieme il più oggettivo possibile quella che si apre dinnanzi
a noi è una grandezza che stona, un jet lag da cui non è
così facile riprendersi poiché qui, semplicemente, si
viaggia, e non per farla semplice, davvero: Williams ha creato
un’opera errabonda che rimpalla in tre continenti diversi, che si
immerge a mo’ di sub in tre culture diverse, che le spia, le
assorbe e le espelle, ma la cosa quasi clamorosa è che la
triplice divergente veduta alla fine risulta più convergente
di quanto appaia in superficie, questa credo sia la possibile chiave
per comprendere il film, o almeno provare a farlo: in El auge del
humano si racconta di un tragitto vorticoso che ha una latenza di
immobilità e sollevato il coperchio dentro vi ritroviamo
null’altro che il nostro mondo.
È sempre bello, e
in un certo modo confortante, sapere che esistono giovani cineasti
capaci di tratteggiare un cinema inevitabilmente “piccolo” ma
dalla gittata potenzialmente universale, e Williams non può
certo nascondersi, la sua opera prima mira in alto, mira alla
comprensione della modernità come fenomeno di iper-connesione:
d’ovunque (dalle strade polverose del Mozambico alle giungle
filippine) si è connessi, allacciati ad altre persone
profondamente uguali tra loro. El auge del humano racconta
perciò dell’unica globalizzazione che si è realmente
compiuta negli ultimi vent’anni, quella informatica, mostrandone
però le sue pericolose derive perché, va sottolineato,
il film propaga tossine rattristanti e deprimenti, tanto che nelle
prime due porzioni aleggia un processo di disumanizzazione a cui è
scomodo assistere, e non si tratta solo del vendere sesso in una
videochat gay, quanto nella bravura del regista nel carpire lo status
disorientato di una gioventù apolide che ozia e va a zonzo e
che sembra riporre ogni speranza verso la tecnologia e quegli oggetti
che ci tengono “al sicuro”, che ci tengono on line. Non è
un caso che il film si chiuda in modo freddo e distaccato su una
catena di montaggio che produce dispositivi hi-tech, l’illusorio
apice dell’umano sta lì, nella finta sicurezza di poter
racchiudere il mondo dentro una scatoletta di plastica e circuiti.
Il Link è la
sostanza che accomuna tutto ciò che si vede ne El auge del
humano ed anche di ciò che lo costituisce, illuminante a
tal proposito il passaggio dal Sud America all’Africa che avviene
attraverso la trasformazione di una web-cam in videocamera al quale
si subordina l’effettiva mutazione dal 16 mm al digitale, da
applausi scroscianti, invece, il collegamento tra l’Africa e l’Asia
dove la penetrazione di un formicaio, riduzione in scala di una
realtà tutta cunicoli e budelli, si avvale del superamento del
razionale per certificare la gigantesca dimensione ipertestuale che
segna la contemporaneità, ed il film infatti è al di là
di ogni interpretazione la scentrata trasposizione dell’ipertesto
ante litteram: la realtà.
Grazie mille a Dries
senza il quale non avrei visto nulla di quanto appena descritto.
Vabe, così mi fai commuovere *_*
RispondiEliminaAnyway, recensione esemplare :
''si apre dinnanzi a noi è una grandezza che stona, un jet lag da cui non è così facile riprendersi''
Con solo questa frase hai fatto sfigurare tutta la mia recensione xD
Scusa, potresti passare il film anche a me ché non lo trovo da nessuna parte?
EliminaGrazie mille in anticipo
No, l'ho avuto in via del tutto confidenziale dalla produzione stessa , per ereserhead ho fatto un eccezione perchè lo seguo da anni
Eliminain realtà chi sfigura sono io perché non so neanche scrivere "dinanzi" :), ad ogni modo spero che questo film possa al più presto diventare scaricabile, c'è proprio bisogno di ulteriori sguardi.
RispondiEliminaMo son riuscito a mettere le mani su un altro filmone che non ti svelo ancora...entro lunedi ne scrivo e ti fregherai le mani, sicuro :)
RispondiEliminaPer sr0vtk: porta un po' di pazienza, arriverà.
RispondiEliminaPer Dries: così non vale, mi metti in subbuglio le papille gustative!
passa a trovarmi....il dado è tratto :)
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