sabato 10 settembre 2016

Alextale

Lui dice hai un tramonto negli occhi, lei non dice e parla con la nuca che va via piano diventando un rettangolino di stoppa. Ci sono degli scheletri che guidano le automobili, questa sera. Il ritorno a casa è mesto, sull’uscio afferra i fili che penzolano dal soffitto e si conficca le estremità amate nella pelle, una per guancia: *sorriso smagliante*, adesso è il figlio-burattino che si muove nell’abitazione, in cucina mamma-burattino e papà-burattino lo attendono, *sorrisi sfolgoranti*, di primo pasta col pomodoro di secondo arrosto no l’arrosto no grazie, poi: frutta: pesca, il nocciolo, come quello delle noci, ha un aspetto celebrale, quindi intestinale. Dopo, in camera. Finalmente si sfila i fili, finalmente può vivere la vera vita, shhh, ci sono tonnellate di giga da scaricare: AssholeFever, Pornfidelity, TonightsGirlfriend, IknowThatGirl, Blacked, FakeTaxi, NuruMassage, JoyMii, IhaveAWife, Nubiles, shhh, per l’eiaculazione utilizza il bicchierino dell’Estathé con il suo misterioso accento acuto, e fa così: lo beve e dopo perfora lo strato di similalluminio, è un defloratore di brick, è uno pericoloso: aaah; infatti, per strada, ci sono molte donne che hanno in bocca un Estathé inserito fino all’orlo in modo da sostituire le labbra, guardatele.
Lei dice partiamo? Lui dice sì! poi si sveglia ed è nel solito vecchio letto e realizza che è presto e che sarà come sempre il protagonista di un diorama in cui è egli stesso la ricostruzione di un altro sé, l’Estathé sta lì, dalla sera prima, da molte altre sere, e la spada di luce che filtra dalle persiane ne illumina il pulviscolo sospeso, ci si affaccia sopra e il liquido organico nella notte ha generato una cosa che è lui, piccolo e nudo, e lo guarda, e si guardano, e la creaturina ha uno sguardo tetro, la sclera è nera, l’iride è nero, la pupilla è nera, la voce è uno spillo: vorrei fare come Majorana lui ascolta il suo mini-io senza accorgersi che la stanza è diventata un altro bicchiere di the con il fondo sciaff sciaff di sperma e aromi (… sì, come no) e che una versione xl di lui medesimo è chino con il testone sulla scena e che anch’esso, a sua volta, è l’oggetto di un’ulteriore copia ancora più grande: c’è questo contenitore e questo liquido che ci ingabbiano, cosa sarà questo strano odore?
Lei dice sei cambiato, lui dice sì, ho perso parecchi chili e parecchi capelli, no ridice lei, sei cambiato in un modo diverso, lui pensa:
non voglio fare come Majorana, voglio proprio scomparire da un momento. All’altro. E lasciare i miei vestiti ricadere sgonfi privi di sostegno a terra, di me non resterebbe niente se non un inutile mucchietto di stoffa che la pioggia infradicerebbe e che le persone, calpestandolo, ridurrebbero ad una poltiglia all’angolo di un palazzo e un marciapiede. Dove andrei non importa, bramo un oblio, una lattescenza eterna; volare via dal brick, e portarmi dietro solo il ricordo del nostro mare.

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