Lui dice hai un tramonto
negli occhi, lei non dice e parla con la nuca che va via piano
diventando un rettangolino di stoppa. Ci sono degli scheletri che
guidano le automobili, questa sera. Il ritorno a casa è mesto,
sull’uscio afferra i fili che penzolano dal soffitto e si conficca
le estremità amate nella pelle, una per guancia: *sorriso
smagliante*, adesso è il figlio-burattino che si muove
nell’abitazione, in cucina mamma-burattino e papà-burattino
lo attendono, *sorrisi sfolgoranti*, di primo pasta col pomodoro di
secondo arrosto no l’arrosto no grazie, poi: frutta: pesca, il
nocciolo, come quello delle noci, ha un aspetto celebrale, quindi
intestinale. Dopo, in camera. Finalmente si sfila i fili, finalmente
può vivere la vera vita, shhh, ci sono tonnellate di giga da
scaricare: AssholeFever, Pornfidelity, TonightsGirlfriend,
IknowThatGirl, Blacked, FakeTaxi, NuruMassage, JoyMii, IhaveAWife,
Nubiles, shhh, per l’eiaculazione utilizza il bicchierino
dell’Estathé con il suo
misterioso accento acuto, e fa così: lo beve e dopo perfora lo
strato di similalluminio, è un defloratore di brick, è
uno pericoloso: aaah; infatti, per strada, ci sono molte donne che
hanno in bocca un Estathé inserito fino all’orlo in modo
da sostituire le labbra, guardatele.
Lei
dice partiamo? Lui dice sì! poi si sveglia ed è nel
solito vecchio letto e realizza che è presto e che sarà
come sempre il protagonista di un diorama in cui è egli stesso
la ricostruzione di un altro sé, l’Estathé sta lì,
dalla sera prima, da molte altre sere, e la spada di luce che filtra
dalle persiane ne illumina il pulviscolo sospeso, ci si affaccia
sopra e il liquido organico nella notte ha generato una cosa che è
lui, piccolo e nudo, e lo guarda, e si guardano, e la creaturina ha
uno sguardo tetro, la sclera è nera, l’iride è nero,
la pupilla è nera, la voce è uno spillo: vorrei fare
come Majorana… lui ascolta il suo mini-io senza accorgersi che la
stanza è diventata un altro bicchiere di the con il fondo
sciaff sciaff di sperma e aromi (… sì, come no) e che una
versione xl di lui medesimo è chino con il testone sulla scena
e che anch’esso, a sua volta, è l’oggetto di un’ulteriore
copia ancora più grande: c’è questo contenitore e
questo liquido che ci ingabbiano, cosa sarà questo strano
odore?
Lei
dice sei cambiato, lui dice sì, ho perso parecchi chili e
parecchi capelli, no ridice lei, sei cambiato in un modo diverso, lui
pensa:
…
…
non
voglio fare come Majorana, voglio proprio scomparire da un momento.
All’altro. E lasciare i miei vestiti ricadere sgonfi privi di
sostegno a terra, di me non resterebbe niente se non un inutile
mucchietto di stoffa che la pioggia infradicerebbe e che le persone,
calpestandolo, ridurrebbero ad una poltiglia all’angolo di un
palazzo e un marciapiede. Dove andrei non importa, bramo un oblio,
una lattescenza eterna; volare via dal brick, e portarmi dietro solo
il ricordo del nostro mare.
Meraviglioso *_*
RispondiEliminaGrazie Dries.
RispondiEliminaSpero non sia troppo autobiografico, anche se temo di conoscere la risposta
RispondiEliminaCerto, il mare mi piace molto.
RispondiElimina:)