E poi tra l’altro è anche fornito un breve quadro della Romania d’oggi (non che i grandi autori che questo Paese ha sfornato negli ultimi anni siano da meno, però una vocina che si aggiunge al coro male non fa) che stride con la Romania di ieri, il contrasto trova sintesi in Mona, figlia di agricoltori che vivono in campagna (il padre dice che quando c’era Ceaușescu le cose andavano meglio... e vabbè, tutto il mondo è paese), residente a Bucarest e impiegata in una sorta di studio dove si susseguono le dirette streaming. La domanda che ci si pone è: possibile che una giovane donna, per di più laureata, debba vendersi on line per mantenersi? E la domanda seguente è: possibile che la Romania non riesca ad offrire un’alternativa soddisfacente ad una persona in cerca di un impiego? Oppure non è che le motivazioni di Mona e di tutte le altre sue colleghe del mondo libere da una forma di coercizione siano da rinvenire in una comoda scorciatoia per avere del guadagno veloce, cospicuo e senza fatica? Non è che, se si rimboccasse davvero le maniche, riuscirebbe a conquistare un impiego “normale” che le permetterebbe di rimanere con la figlia alla notte e di non lasciarla con una baby sitter? Una risposta non esclude l’altra, la tematica è complessa e non liquidabile nello stringato commento di un altrettanto stringato documentario, tuttavia se PhoeniXXX ha fatto in modo che ci ponessimo quesiti del genere allora qualcosa da dirci ce l’ha.
giovedì 28 settembre 2023
PhoeniXXX
PhoeniXXX
(2017) è un documentario che si occupa di una narrazione odierna,
dei cosiddetti “nostri tempi”, perché, banalmente, non sarebbe
potuta essere mai di altri, infatti sebbene l’argomento trattato
orbiti nella galassia del sex work, il regista Mihai Dragolea si
interessa di una nicchia specifica, quella delle live webcam come
Chaturbate, LiveJasmin, Camsoda e via dicendo. In pratica viene
mostrata l’esistenza
di un paio di ragazze che hanno deciso di intraprendere questo tipo
di professione, come era abbastanza pronosticabile tenere in
equilibrio la vita privata con quella lavorativa non è facile,
soprattutto se, come una delle protagoniste, si ha una figlia
piccola, tuttavia, sempre con un discreto margine di prevedibilità,
il fatto di riuscire a portare a casa il pane quotidiano anestetizza
i dubbi morali. Da un angolo di visuale sociologico sarebbe
interessante analizzare anche il ruolo della controparte, ossia i
clienti che stanno al di qua dello schermo, coloro che pagano per
ottenere in cambio un godimento virtuale o comunque filtrato
dall’insormontabile barriera dell’etere, ma PhoeniXXX,
dato anche il minutaggio ridotto, non ha la capacità di uno sguardo
così ampio per cui si limita a captare quello che riesce a
riprendere. Parliamo di un lavoro routinario firmato da un regista
che probabilmente è ancora all’inizio della carriera, pertanto
saprete intuire in anticipo i limiti rintracciabili, però mettermi
qui ad additarli pare fiato sprecato, a volte verso titoletti che
trasudano onestà non ce la si fa ad essere cattivi.
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