Qua lo studio cromatico di Patiño riesce a raggiungere degli effetti ottici che hanno del tridimensionale, quasi si trattasse di texture videoludica, forse sono i giochi di ombre che si creano ma si nota una profondità anomala in video, un iperrealismo metallico e chimico, snaturato nella sua essenza ma comunque centrato in una dimensione che, nonostante sia difficile da collocare, la si avverte esplicitamente notturna, del resto il titolo suggerisce un’immersione by night priva di filtri (sebbene, paradossalmente, il film sia rivestito da capo a piedi con un filtro che lo intensifica e lo stravolge). Inoltre è azzeccata la scelta di immortalare l’umanità nella sua stasi, ferma, piantata nella terra o fuori l’uscio di casa, scontato sottolineare che tale presenza ha dei riverberi ectoplasmici molto simili a quelli che ci saranno nel già citato Fajr, non è una casualità infatti che la silhouette di una donna, d’improvviso, si dissolva nel nulla, c’è, oltre la corazza formale, una corrente immateriale che elettrizza la situazione. Ovvio, le manipolazioni dello spagnolo sono estese e decisamente invadenti, quindi non sono adatte a chi desidera una settima arte più cruda e asciutta senza evidenti ornamenti, a costoro ribatto con: perché non dargli una chance? Noite Sem Distância è, seguendo il suo credo, rigoroso e anche coerente in relazione al percorso autoriale che lo ingloba.
Dias de pesca – Carlos Sorin
1 ora fa
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