Come lo
splendido Retour (2017), anche l’ugualmente splendido Aquí
y allá (2019) è un’immersione
in un passato famigliare oltre che il resoconto della seconda
generazione di immigrati impegnati a fare il punto della situazione
genealogica, a capire come e perché si è nati lì
e non qui attraverso
il cinema. L’argentina classe ’91 Melisa Liebenthal inquadra la
faccenda utilizzando Google Earth, con il servizio messo a
disposizione dal colosso americano riesce a coprire la distanza che
separa il suo oggi, una casa in Francia, dal suo ieri, l’abitazione
a Buenos Aires dove è cresciuta e dove ancora vivono i genitori. Il
ragionamento parte dunque dal concetto contemporaneo di focolare che
in un’epoca globalizzata può essere ovunque come può non essere
da nessuna parte, lo sguardo divino e satellitare del software è
comunque un’illusione che nei fatti non copre l’effettiva
lontananza geografica, i colpi di click del mouse arrivano al limite
zoomabile che è una macchia di tonalità indistinguibili, e infatti
la Liebenthal denuda la natura computerizzata dell’immagine
nell’ottima scena in cui i pixel digitali di un frame,
opportunamente ritagliati su una stampa vera, vengono ridotti in
coriandoli che precipitano nello studio delle riprese. Appurata la
facilità di rimbalzare da una parte all’altra del globo che però
cela una reale impossibilità di andare a fondo, alla regista, per
ripercorrere il destino che l’ha portata a nascere in Sud America,
non resta che affidarsi al caro vecchio supporto fisico: le
fotografie.
L’epopea
dei Liebenthal è da romanzo novecentesco, parte dalla Germania di
Hitler, si sposta nella Cina di Mao per terminare in Argentina, non
esiste alcun programma virtuale in grado di raccontare tutto ciò, la
forza narrativa delle memorie intime fa sì che si alzi, grazie anche
al commento della filmmaker che vediamo impegnata nella realizzazione
del film insieme ai tecnici e agli operatori, un vento nostalgico, un
manifestarsi sotto forma audiovisiva dello scorrere del tempo, una
consequenzialità di eventi storici e incontri casuali che hanno
prodotto come ultimo temporaneo anello della catena proprio Melisa,
la quale a sua volta potrà generare in futuro un’ulteriore maglia
del grande tessuto consanguineo. La verità che sembra profilarsi in
Aquí y allá riguarda
la concezione che si ha di “casa”, se si tratta di un luogo
preciso che sta su una mappa (ma la resa informatica vale tanto
quanto il ricordo che se ne conserva?) oppure se è invece uno spazio
mentale che affiora dal lago della malinconia, il corto si accende
esattamente qui e il suo chiarore si riverbera nei nostri occhi
felici.
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