Si possono intendere le motivazioni che hanno spinto Marczak ad impegnarsi in All These Sleepless Nights, e non mi riferisco soltanto al ritratto post-adolescenziale ma anche alla fotografia di un Paese, la Polonia, ed al retaggio storico che ne influenza inevitabilmente il presente. Per un oggetto che non ha mire esplicitamente politiche non ci si aspetta chissà quali illuminanti incursioni in materia, però qui le vicende che riguardano i due ragazzi si prendono il palcoscenico lasciando ben poco al resto, e la questione principale è che i suddetti bozzetti esistenziali pieni di tabacco e musica elettronica non sono niente che il cinema, ad oltre un secolo dalla nascita, non abbia già presentato al pubblico e con risultati decisamente superiori. Non gli si nega una profusa vitalità ad ATSN, anche se forse è doveroso parlare di una iper-vitalità che sfocia quasi in una nevrosi formalistica tendente ad esasperare ogni passaggio, dalle scene narrative a quelle di raccordo, e non sembra una coincidenza allora che l’unico istante felice sia quando Krzysztof commenta con un microfono i passanti all’interno del parco, abbandonate le piroette espressive è la semplicità che centra sempre l’obiettivo. In conclusione devo sentenziare che Wszystkie nieprzespane noce non risponde per nulla ai miei desideri spettatoriali, ciò non toglie che sia potuto piacere (tipo alla giuria del Sundance che, al pari di altri Festival in cui è passato, lo ha catalogato nella categoria non-fiction... mah) e che presumibilmente piacerà. Purtroppo.
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