O Sol nos Meus Olhos (2013) è un film in cui si assiste all’elaborazione soggettiva di un capolinea sentimentale, per fare ciò il duo brasiliano Flora Dias e Juruna Mallon utilizza un espediente che attira l’attenzione: la donna, trovata morta in casa, viene infilata dal compagno in una valigia e da lì inizia un viaggio che non sembra avere meta. Vista così la situazione è decisamente basica e non chiederebbe altro se non quel minimo sindacale di applicazione che ogni pellicola degna di tale nome richiede, ma al sottoscritto qualcosa non è passato in maniera così lineare, del resto ci sono dei segnali che allertano, si vedano le apparizioni fantasmatiche della ragazza che disequilibrano un quadro generale ormeggiato nella realtà, così, anche grazie all’inserimento di queste piccole finestre oniriche, si modella un percorso personale che non è una fuga o una corsa per sbarazzarsi del cadavere, ma un sentiero orientato alla consapevolezza di una fine, in tal senso appare esemplare la “telefonata” che l’uomo fa a conclusione della proiezione, è chiaro che dall’altra parte della cornetta non ci sia nessuno e che le amare parole da lui pronunciate suonino come un’epigrafe di addio.
La gestione dell’intimo tragitto coniugato a quello effettivamente on the road è passabile ma non esattamente galvanizzante, Dias & Mallon mantengono una coerenza espositiva a cui va reso merito sebbene avrei desiderato qualche guizzo maggiormente incisivo. I vuoti narrativi di cui il film si avvale, e per “vuoti” intendo le diluite sequenze fatte di strada e paesaggio nel Brasile meno turistico, ci dicono di un cinema dotato di una discreta personalità a cui però manca un saldo legame con il cuore dell’opera. A conti fatti, quando ci ritroviamo a dare un giudizio su un manufatto artistico, è facile, a volte sbagliando, anzi, quasi sempre, ricorrere all’apparato sensoriale per emettere sentenze, ergo: se un film ti ha toccato allora è bello; no, è evidente che l’atto esegetico non debba ridursi ad un sillogismo così zoppicante, ma in siffatta direzione ciò che mi sento di affermare è che in O Sol nos Meus Olhos latita una profondità risucchiante, pur riconoscendo la portata drammatica e la rispettabile trattazione funerea di un break-up, non ci si soddisfa al 100%, e scervellarsi sul perché non fa che confondere le idee, ero infatti partito con l’intenzione di scrivere positivamente del film e ho finito per additarne le ombre. L’unico modo per farsi un’opinione è, banalmente, guardarlo con i propri occhi (al riparo dal sole).
Interessante recensione. Grazie.
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