Certo non accade molto in Gambozinos, dopo un incipit che mostra subito di che pasta è fatto il mistero nonché la sua docilità (un articolo spagnolo [link] paragona il preambolo boschivo alle sortite di Weerasethakul, be’, perché no?), nel film bisogna carpire i dettagli, ad esempio i sentimenti del bimbo vengono suggeriti con il passaggio di una cartella vincente del Bingo all’amata compagna di classe, oppure, per sottolineare il discendere nella diegesi di una polvere onirica, delle candele possono accendersi da sole. In alcuni frangenti Nicolau non è molto leggibile, si veda la preghiera a Marsupilami, un cartone animato di qualche anno fa, i gargarismi collettivi in aula o l’immagine del Nostro con un sacchetto di plastica tra le piante. Ad ogni modo Gambozinos mantiene una direzione che va dritta nel protocollo favolistico perché l’eroe primeggia sul nemico (… con valevole aiuto) e conquista la bella sotto una palla stroboscopica in un vissero felici e contenti (anche se la scena del ballo stride con l’idea di un happy end), forse, se c’è da fare un appunto al regista, non è che la componente inventiva dell’opera abbia un impatto tale da farci strabuzzare gli occhi, resta comunque un prodotto gradevole che ben si incastra nella corrente artistica a cui appartiene.
Lamento per la morte di Pasolini - Giovanna Marini
26 minuti fa



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