La peculiarità del film, che, per quanto potuto visionare dell’autore (purtroppo poco!), non tornerà nella carriera futura, nemmeno nell’opera-mondo The Human Surge (2016), sono le sopraccitate riprese iper-ravvicinate dei membri della banda, primi piani, dettagli fisici (occhi, orecchie, mani, nasi, nuche, bocche, unghie) a fuoco e fuori fuoco, decentramenti a bordo quadro, il tutto condito da un vociare indistinto. È un segmento breve ma abbastanza intrigante, la sintassi creata funge con dignità da accumulo di “tensione”, il giusto preambolo alla sequenza finale. Se qualcuno vedesse Tan atentos senza alcun pregresso mi guarderebbe storto, c’è ben poco qua dentro capace di destare interesse, io a quel qualcuno suggerirei di recuperare gli altri lavori disponibili di Teddy (è il nickname) e di sperare che vengano resi accessibili anche gli altri, questo ragazzo nato a Buenos Aires nel 1987 ha la stoffa del fuoriclasse, fidatevi.
venerdì 27 novembre 2020
Tan atentos
Sebbene risulti coetaneo
di Pude ver un puma (2011),
Tan atentos ha proprio
l’aspetto di quei piccoli cortometraggi di debutto recanti la firma
di giovani registi in erba. Non sappiamo se in effetti sia stato
filmato davvero prima dell’oscura faccenda del puma,
fatto è che comunque l’Eduardo Williams ivi ritrovato viaggia a
velocità molto ridotta, ma siccome noi siamo dei bravi osservatori,
anche in uno scenario basico riusciamo a trovare dei segnali
personali. Be’, non che ci voglia chissà quale incredibile
attitudine per individuare l’attenzione dell’argentino verso una
gioventù errabonda, però oh, val la pena rimarcarlo: in sostanza
Tan atentos si muove
all’interno di un gruppo di ragazzi in felpa (all’epoca presumo
dei quasi pari età di Williams) che a loro volta si muovono in un
ambiente indefinito, uscita dal minimarket la mdp stringe sui
componenti della combriccola escludendo il contorno, solo con
l’arrivo nella radura si abbandona il corpo a corpo fin lì
ingaggiato per favorire il modellarsi della scena
principale/terminale. Purtroppo il corto presente su Vimeo non
possiede sottotitoli e lo spagnolo appena biascicato non aiuta la
comprensione, tuttavia non credo sia così importante: nonostante il
tono minore Williams è pur sempre abile nel lavorare sul sensibile e
quindi quell’abbraccio conclusivo fornisce dei possibili sensi ad
altrettante interpretazioni.
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ciao!!! sei tornato sul blog? come andiamo?
RispondiEliminaGrande brazzz!! Eh sì, questo folle periodo che stiamo vivendo mi ha tolto molto ma mi ha restituito una quantità di tempo libero che non avevo nemmeno quando ero uno studente, e quindi vedo un sacco di film.
RispondiEliminaSpero tu stia bene, ti mando un grande saluto.
sto abbstanza bene,inquesti anni ne son successe tante,ma non mi lamento dai..sono molto contento tu abbia ricominciato..ho cercato di mandarti una mail,ieri,ma mi è tornata indietro..me la rimandi,così ti scrivo?la mia è sempre brazzz56@gmail,com....mi farebbe piacere...ti ho raccontato della radio?è tlmente tanto che non ci si sente che non so più..comunque da 5 anni ho un programma su una web radio,negli ultimi anni parlo di film..meglio colonna sonora legata a film...
RispondiEliminaProbabilmente hai in memoria ancora la mail vecchia che è implosa su se stessa. Quella nuova è oltreilfondo@aol.com
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