Guerín non difetta mai in eleganza ed anche in questo corto sfoggia una raffinatezza rara mettendo in mostra le sue abilità e la sua voglia di ricercare nuove forme dentro al mezzo cinema. L’inizio è quasi documentaristico, delle riprese fluttuanti che ricordano quelle di Ad Astra (2016) ci conducono nella chiesa, prima esternamente e dopo internamente, proprio come se fossimo dei visitatori (ascoltiamo, per un attimo, quella che forse è una guida turistica), e sempre come tali arriviamo nella cappella dove si trovano alcune pitture, d’improvviso si diffonde della salsedine, Guerín intensifica sapientemente il racconto che di lì in avanti farà di tutto per trasportarci in un ambiente marino, idealmente non ci siamo mossi dalla cattedrale però con la fantasia si vola altrove grazie agli accorgimenti dello spagnolo che ricrea il viaggio della Saphir adottando delle soluzioni intriganti, dalla semplice inquadratura di un modellino che messo in prospettiva con il dipinto che ha davanti sembra che stia davvero per salpare, al tragitto segnato su una vecchia mappa passando per l’esemplificazione dell’assenza di vento con un cielo azzurro + un POV dondolante o la videocamera che, mentre si ode la cronaca della tragedia, gira a 360° nel sottotetto. La ricostruzione degli eventi si appaia infine all’analisi certosina del quadro in cui Guerín, dotato di lente di ingrandimento, spiega e analizza i dettagli lì presenti trasformando il film in una lezione di arte, oltre che di storia e ovviamente di cinema.
Glory - Uomini di Gloria
1 ora fa
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