venerdì 30 giugno 2023

Enterprisse

Enterprisse (2010) è il primo cortometraggio del boliviano Kiro Russo e subito va annunciato che le atmosfere tenebrose di Juku (2011) prima e Viejo calavera (2016) poi qui non ci sono, del resto è già abbastanza difficile dire che cosa c’è perché questo mi è parso uno di quei lavori giovanili che hanno più valenza da studio preparatorio che da opera cinematografica. Il regista opta per una pellicola in bianco e nero dalla composizione granulosa (forse trattata con qualche particolare procedimento?) che dà un aspetto al film più vecchio di quanto in realtà sia, lo scenario è quello di una città che parrebbe piuttosto popolosa piena di sali e scendi, per motivi sconosciuti un uomo si carica sulle spalle il pupazzone di un cowboy e si inerpica su per una ripida salita, dopodiché lascia il fantoccio a dei tizi vicino al parco giochi e si inoltra nel suddetto parco, qui, in seguito ad un paio di inquadrature sulle varie giostre, Russo si concentra su una specie di ruota panoramica. Il suggerimento potrebbe essere quello di vestire i panni del protagonista che è impressionato dal grosso macchinario di fronte a lui, e per sottolineare la situazione il montaggio si fa oltremodo concitato fino a raggiungere un picco e successivamente una quiete che culmina con una schermata nera.

Diciamo che mi è un po’ mancato il collegamento tra il trasporto del manichino e la parte nel luna park, cioè se si trattava semplicemente della necessità narrativa di far finire l’uomo lì mestamente dico ok, se invece ci sono altre motivazioni, qualcosa del tipo: dopo la faticosa ascesa ecco il divertimento e la spensieratezza, mi rifugio dietro ad un bel boh. Sembrerebbe che vi sia dello sgomento (o forse del fascino) negli occhi del Nostro, una ripresa di schiena lo fa quasi apparire soverchiato dal disco ruotante, come se fosse un bambino in attesa di farsi un giro ipnotizzato da quel continuo girare, e in effetti la risoluzione del corto va in questa direzione, il frame nero citato prima viene sostituito dall’ultima sequenza che ha ben due caratteristiche opposte rispetto a quanto l’ha preceduta: è priva di sonoro ed è a colori. In più vediamo nell’espressione del tizio che dondola a bordo della cabina una smorfia di felicità. Enterprisse finisce così, e io mi dileguo di conseguenza.

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