venerdì 25 settembre 2020

Di cavalli e mandarini

Sono rimasto letteralmente stregato da Shabrang, e forse non dovrei nemmeno stupirmi troppo perché la sua autrice, Sevdaliza, al secolo Sevda Alizadeh, ha il physique du rôle per essere un’incantatrice moderna. Sicuramente le origini iraniane contribuiscono ad incrementare laura di malia che la circonda, ma è in generale la narrazione che dà di sé a conturbare. Perché nella scena musicale, oggi, la narrazione è importante ed esula dal singolo brano o dal singolo album, un esempio recente è quello sfacciatamente pop di The Weeknd che per After Hours ha messo in piedi un immaginario allucinato fatto di videoclip cinematografici, performance spettacolari e outfit vermigli, tutto in stretta continuità estetica. Per Sevdaliza la faccenda è meno ingabbiata da certi codici anche perché è chiaro che non sussiste la necessità di arrivare al vasto pubblico, però l’impressione che ci sia la ricerca di un’immagine precisa, glamour-dark se mi si passa la definizione, è evidente, basta farsi un giro sul suo profilo Instagram o dare un’occhiata alla videografia per rendersene conto. Ora, se ci fosse solo la costruzione a tavolino del personaggio sarei il primo ad alzare i tacchi e andarmene, il punto è che c’è ben altro nelle quindici tracce di Shabrang, io, come dico sempre, non ho le competenze per parlare di musica, mi limito a reagire di pancia, a tentare di captare quelle frequenze che ti spingono a premere forte gli auricolari delle cuffie nelle orecchie per isolarti dal mondo esterno facendone convergere un altro in te. E qui, tali frequenze, le ho trovate.
 

6 commenti:

  1. cavolo, bello!

    in cambio, se non lo conosci,
    https://masin.bandcamp.com/album/calypso

    ciao

    RispondiElimina
  2. https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_lBxBlObyAclBJovfgqNnBR5pIUkaVQ3zo

    A noi piace questa. Disuelt, inizio portisheadiano. Espesa la nuova Candidate, o eccedo? Hybrisiddo troppo, forse. Ma sì...

    RispondiElimina
  3. Mmm devo ascoltare con calma, non è roba da mordi e fuggi.

    Ma: voi chi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un gruppo di disagiati che non ne vedi la fine. Abbiamo costituito il Circolo degli esausti che si fonda sul motto bartlebyano: preferirei di no. Infatti, prima di scrivere questo nostro commento abbiamo dibattuto assai. Tra tutti i "preferirei di no" è passato un "Ma sì..."

      Elimina