sabato 19 marzo 2016

Steam of Life

Documentario di costume: i due registi, Joonas Berghäll e Mika Hotakainen, per il loro Miesten vuoro (2010) indirizzano l’attenzione sull’importanza della sauna nel territorio finlandese: è proprio una questione di capillarità: nel continuo subentrare di nuovi dialoghi/monologhi anche gli ambienti cambiano di conseguenza mostrando un’ampia varietà di saune che vanno da quelle pubbliche situate in città a quelle personali posizionate a qualche metro dalla propria casa, con, perfino, saune ad personam tipo cabina telefonica erette nel bel mezzo di una campagna verdeggiante. La quantità di baracche, capanne, finanche roulotte adibite a luogo dove rilassarsi, in compagnia o in solitudine, squadernano l’essenza di quella che se per i nostri occhi è una normale pratica da SPA per i finlandesi è molto di più, una tradizione (“sono cinquant’anni che lavo questa schiena” dice il marito alla moglie nell’incipit), un rituale, una nicchia di socialità che riguarda tutti: bambini, uomini, anziani, disabili.

Ponendo qualche timido dubbio sulla genuinità del dispositivo (chi scrive ha delle riserve in merito alla veridicità delle persone e di ciò che raccontano, l’impressione è che le conversazioni e i loro interpreti non siano completamenti naturali), assistiamo ad un mettersi a nudo che oltrepassa la mera svestizione, i corpi caduchi e imperlati di sudore ostentati con dignità sono niente al confronto delle aperture intime che davvero spogliano gli esseri umani sullo schermo [1]; ci sono confessioni, ricordi strazianti, pensieri funerei e a controbilanciare storie di riabilitazione, di speranza, di amore (e un tizio che ha per amico un orso, indubbiamente il numero uno). A raccordare i segmenti portanti del film i due registi incollano scorci paesaggistici da mozzare il fiato per un prodotto curioso soltanto in superficie: cambia il set, non le tribolazioni, quelle sono dovunque le stesse.
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[1] Per rimarcare la condizione quasi sospesa, fetale, degli avventori saunisti, alla fine ci vengono presentati in sequenza con indosso abiti civili manifestando il loro esser comune.

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