Quest’anno il gregge delle classifiche e top ten varie che affollano gli ultimi giorni dell’anno accoglie anche me. Me che altro non sono se non un ascoltatore umile nonché ignorante in materia.
Tuttavia, essendo allergico a numerare in ordine crescente o decrescente le cose, ho optato per tre grupponi in cui sono raccolte le uscite musicali che in questo 2011 mi hanno maggiormente soddisfatto.
Nel primo gruppo, l’unico che rispecchia per sommi capi un indice di gradimento, ci sono i dischi che ritengo migliori degli altri, nel secondo che è qualcosa simile al purgatorio tutto ciò che sta nel limbo, mentre nel terzo c’è un po’ di tutto.
E ora qualche breve considerazione.
Se in aprile è uscito Marinai, profeti e balene di Capossela che è stato apprezzato parecchio (classifiche alla mano), a molti sarà invece sfuggito un disco uscito il mese prima dal titolo Supersantos scritto e cantato da Alessandro Mannarino. Pongo questo lavoro in cima a tutto, arditamente, fiduciosamente, perché: lui è giovane, italiano, ogni tanto ha Tom Waits nella gola, canzona le cose serie della vita, mette in atto la semplicità complessa, sa pungere, immalinconire e farsi ascoltare col suo storytelling “de borgata”. Avanti così Alessandro, sfornami un’altra canzone – splendida – come L’onorevole e ti vorrò bene per sempre.
Every Silver Lining Has A Cloud è veramente un album con le palle, di quelli che ti spalancano il cuore e ci buttano dentro le onde del mare, i tramonti di novembre, le foto ingiallite di tuo padre sorridente e tante altre robe che mettono in pace con se stessi. Ma è pur sempre post-rock adagiato su modelli strutturali che si possono sentire in molti altri lavori della categoria, perciò freno un pochino l’entusiasmo.
Zola Jesus è probabilmente la voce che per più tempo ha riempito l’aria della mia stanza. Una voce densa, colla bollente su acciaio lucido, la ragazza tiene in piedi tutto il disco con le sue doti canore. Forse il repertorio non è vastissimo ma basta un pezzo come Ixode che smuoverebbe anche un paralitico per farmi mettere la sua foto sul comodino.
James Blake è il baby-fenomeno dell’anno, uno che sembra quasi Hegarty e che allo stesso tempo sembra quasi Burial non può che avere la mia benedizione, l’unica cosa che gli posso dire è di rallentare un po’ la produzione, tra album, EP e collaborazioni varie, James è sempre stato presente nei siti dedicati, ma tanta quantità non corrisponde sempre a qualità.
Poi poi, Lykke Ly ha tutte le carte in regola per diventare l’icona del pop underground; il tappeto di chitarre acustiche che caratterizza i lavori di Mark McGuire ti scalda dentro, e Alma è uno dei miei pezzi dell’anno; Adventures di Germany Germany è ben più che dance: musica che tocca i 140 bpm e conserva una travolgente dignità; I Cani sono la band italiana più furba del 2011, ma hanno comunque avuto delle cose da dire.
Altre riflessioni sparse: l’ultimo Radiohead è un album molto difficile, non di agile ascolto, comunque affascinante; le misteriose Palpitation sfornano un prodotto di stampo dream-pop dal ritmo robusto veramente godibile; non amando granché i dischi doppi ho trovato gli M83 troppo ridondanti nonostante ci siano ascolti notevoli (Echoes of Mine è il b-side ideale); Mogwai meravigliosamente minori; Apparat in fase di transizione si allontana dall’elettronica, da seguire gli sviluppi.
Infine: menzione speciale per la colonna sonora di Drive; occhio al cantautorato disilluso di unòrsominòre. e alla rabbia fluviale di Ultimo Attuale Corpo Sonoro; DFRNT spacca; Heytal se ne sta; Fossati presente per honoris causa.
Björk fuori (con)corso.
Tuttavia, essendo allergico a numerare in ordine crescente o decrescente le cose, ho optato per tre grupponi in cui sono raccolte le uscite musicali che in questo 2011 mi hanno maggiormente soddisfatto.
Nel primo gruppo, l’unico che rispecchia per sommi capi un indice di gradimento, ci sono i dischi che ritengo migliori degli altri, nel secondo che è qualcosa simile al purgatorio tutto ciò che sta nel limbo, mentre nel terzo c’è un po’ di tutto.
E ora qualche breve considerazione.
Se in aprile è uscito Marinai, profeti e balene di Capossela che è stato apprezzato parecchio (classifiche alla mano), a molti sarà invece sfuggito un disco uscito il mese prima dal titolo Supersantos scritto e cantato da Alessandro Mannarino. Pongo questo lavoro in cima a tutto, arditamente, fiduciosamente, perché: lui è giovane, italiano, ogni tanto ha Tom Waits nella gola, canzona le cose serie della vita, mette in atto la semplicità complessa, sa pungere, immalinconire e farsi ascoltare col suo storytelling “de borgata”. Avanti così Alessandro, sfornami un’altra canzone – splendida – come L’onorevole e ti vorrò bene per sempre.
Every Silver Lining Has A Cloud è veramente un album con le palle, di quelli che ti spalancano il cuore e ci buttano dentro le onde del mare, i tramonti di novembre, le foto ingiallite di tuo padre sorridente e tante altre robe che mettono in pace con se stessi. Ma è pur sempre post-rock adagiato su modelli strutturali che si possono sentire in molti altri lavori della categoria, perciò freno un pochino l’entusiasmo.
Zola Jesus è probabilmente la voce che per più tempo ha riempito l’aria della mia stanza. Una voce densa, colla bollente su acciaio lucido, la ragazza tiene in piedi tutto il disco con le sue doti canore. Forse il repertorio non è vastissimo ma basta un pezzo come Ixode che smuoverebbe anche un paralitico per farmi mettere la sua foto sul comodino.
James Blake è il baby-fenomeno dell’anno, uno che sembra quasi Hegarty e che allo stesso tempo sembra quasi Burial non può che avere la mia benedizione, l’unica cosa che gli posso dire è di rallentare un po’ la produzione, tra album, EP e collaborazioni varie, James è sempre stato presente nei siti dedicati, ma tanta quantità non corrisponde sempre a qualità.
Poi poi, Lykke Ly ha tutte le carte in regola per diventare l’icona del pop underground; il tappeto di chitarre acustiche che caratterizza i lavori di Mark McGuire ti scalda dentro, e Alma è uno dei miei pezzi dell’anno; Adventures di Germany Germany è ben più che dance: musica che tocca i 140 bpm e conserva una travolgente dignità; I Cani sono la band italiana più furba del 2011, ma hanno comunque avuto delle cose da dire.
Altre riflessioni sparse: l’ultimo Radiohead è un album molto difficile, non di agile ascolto, comunque affascinante; le misteriose Palpitation sfornano un prodotto di stampo dream-pop dal ritmo robusto veramente godibile; non amando granché i dischi doppi ho trovato gli M83 troppo ridondanti nonostante ci siano ascolti notevoli (Echoes of Mine è il b-side ideale); Mogwai meravigliosamente minori; Apparat in fase di transizione si allontana dall’elettronica, da seguire gli sviluppi.
Infine: menzione speciale per la colonna sonora di Drive; occhio al cantautorato disilluso di unòrsominòre. e alla rabbia fluviale di Ultimo Attuale Corpo Sonoro; DFRNT spacca; Heytal se ne sta; Fossati presente per honoris causa.
Björk fuori (con)corso.
Giusto tre video e poi il best of:
Is Tropical - The Greeks
Lykke Li - I Follow Rivers
Duck Sauce - Big Bad Wolf
1
Alessandro Mannarino - Supersantos
Every Silver Lining Has A Cloud - Every Silver Lining Has A Cloud
Zola Jesus - Conatus
James Blake - James Blake
Lykke Ly - Wounded Rhymes
The Rapture - In The Grace Of Your Love
Susanne Sundfør - The Brothel
Mark McGuire - Get Lost
Chllngr - Haven
Ema - Past Life Martyred Saints
Germany Germany - Adventures
Burial - Street Halo (EP)
I cani - Il Sorprendente Album D'Esordio Dei Cani
Cults - Cults
2
Be Forest - Cold
Clams Casino - Instrumental Mixtape
Palpitation - I'm Absent, You're Faraway
Rubik - Solar
Dum Dum Girls - Only In Dreams
Youth Lagoon - Year Of Hibernation
Radiohead - The King Of Limbs
SBTRKT - SBTRKT
The Field - Looping State Of Mind
Burial/Four Tet/Thom Yorke - Ego/Mirror
M83 - Hurry Up, We're Dreaming
Mogwai- Earth Division (EP)
Apparat - The Devil's Walk
Four Tet – Locked/Pyramid
Austra - Feel It Break3
Hyetal - Broadcast
Feist - Metals
Jessica 6 - See The Light
unòrsominòre. - La Vita Agra
Real Estate - Days
Trouble Books & Mark Mcguire - Trouble Books & Mark Mcguire
Miracle Fortress - Was I the Wave
Ultimo Attuale Corpo Sonoro - Io ricordo con rabbia
James Blake - Enough Thunder (EP)
VA - Drive (Soundtrack)
Puzzle Muteson - En Garde
Slow Club - Paradise
DFRNT - Emotional Response
Rustie - Glass Swords
Veronica Falls - Veronica Falls
Kate Bush - 50 Words For Snow Retail
Hercules & Love Affair - Blue Songs
Should - Like a Fire Without Sound
Kindest Lines - Covered in Dust
Ivano Fossati - Decadancing
The Autumn Leaves Fall In - The Autumn Leaves Fall In (EP)
c'è davvero dell'ottima roba tra i tuoi music awards, tra cui alcuni dei miei preferiti che verranno svelati nella mia ennesima lista di fine anno :)
RispondiEliminaHo dato un po' di guardate... la cosa che colpisce di più è il primo video! Fatto benissimo, ma molto diseducativo! Il terzo invece m'ha fatto sganasciare!
RispondiEliminaA me piace molto anche quello di Lykke Li, lo trovo perfettamente aderente alla canzone.
RispondiEliminaMolti non li ho mai sentiti.
RispondiEliminaPer me il cd dell'anno è proprio Marinai, profeti e baleni di Capossela anche perché è l'unico che ho preso :P
L'ho trovato davvero un viaggio senza confini e l'immensità del mare, degli oceani era palpabile.
Dopo tanti anni ho provato il piacere di comprare un cd e di sentirlo quando lo desidero.
P.S.: ti mando il link della recensione de L'albero: http://almacattleya.blogspot.com/2011/12/lalbero-2010.html
Capossela è bravo, ma in questa classifica ho preferito lasciare spazio a chi è stato un po' meno ascoltato.
RispondiEliminaHai ragione e inoltre è anche nello spirito del tuo blog: dare visibilità a chi non ce l'ha.
RispondiEliminaEsatto Alma, hai centrato il nocciolo della questione ;)
RispondiEliminaMannarino e I Cani, due romani al primo posto, praticamente un evento! :)
RispondiEliminascherzi a parte, ti appoggio Blake, Chllngr, Burial, SBTRKT e Rustie, ma Hyetal non m'ha preso per niente.
ottima classifica, tutti bei nomi!
Come dite voi: Mannarì me piace na cifra (perdona l'imitazione romanesca, per me è proprio bravo.
RispondiEliminaSu Heytal praticamente concordo, sono andato a risentirmi i pezzi che ho salvato del suo album e ho notato che sono solo due, uno un po' mediocre come Searchlight e l'altro dal vocal gradevole come Diamond Islands.