Nell’anno più
stakanovistico che i fan di Sono possono ricordare (il 2015) è
possibile trovare sei variegati prodotti riconducibili, a prescindere
dalle loro diversità, alla factory del giapponese e per
quello che finora il sottoscritto ha potuto vedere, ovvero un film di
stampo natalizio (Love & Peace) e un ennesimo quanto
indesiderato yakuza-movie (Shinjuku Swan), Tag si
presenta come il meno peggio (sebbene manchino all’appello altri
tre titoli ma ad esclusione di The Whispering Star è
difficile supporre che ci possa essere della roba interessante). Il
motivo per cui il film sotto la nostra lente critica si discosta un
pochetto dagli innumerevoli lavori di Sono degli ultimi tempi è
situato principalmente attorno ad un nucleo semplice e chiaro: Sono
ha un’idea e cerca di svilupparla, ed anche se in realtà l’idea
non è sua ma di Yûsuke Yamada (autore del romanzo da cui il film è
tratto), la costruzione narrativa del Signore del Caos edifica un
minimo di aspettative spettatoriali e pur, come al solito,
sovrabbondando più del dovuto, l’impressione è che le redini della
storia siano almeno parzialmente nelle mani del suo padre artistico.
Certo è che Tag è una baloccheria a cui non possiamo
chiedere granché ed una tale dimensione ludica si rispecchia in
un’elementarità strutturale che tenterà anche di sfuggire dalla
propria gabbia con una riflessione meta… videoludica
ma insomma, la statura rimane sempre quella ed il pregio maggiore che
conserva è semplicemente quello di non infastidire più di tanto.
Di
lanciarsi in elucubrazioni sulla figura di Mitsuko (un nome non a
caso), sulla sua identità in continua triturazione (marchio di
fabbrica di Sono fin dall’inizio, va ricordato Ore wa Sono Sion da! [1985] più
per il nome che per il corto in sé), sul rapporto tra creazione e
creatore, o, allargando la veduta d’insieme, sul maschilismo
incombente (Tag
è anche e soprattutto questo, è un’opera al femminile dove gli
uomini concentrati in un’altra realtà – “the male world” –
si masturbano di fronte al poster del videogioco, o dove l’uomo che
tiene i fili di tutto è un sadico depravato a cui interessa soltanto
divertirsi), ecco, analizzare approfonditamente questi elementi
cercando significati arricchenti è un atto quasi inutile poiché
ammettendo e apprezzando la loro presenza, se rapportati alla cornice
che li racchiude ogni cosa al suo cospetto sfibra di importanza, e
non si vuole sminuire il tentativo di Sono né la capienza delle
argomentazioni stesse che potrebbero anche avere del potenziale, è
piuttosto il metodo e il contesto in cui vengono proposte a non
legittimarle più di tanto, non credo, infatti, che Tag
possa farsi denuncia della condizione muliebre
contemporanea che vede la donna oggetto nelle grinfie del maschio
malvagio, ci sarà anche quanto appena detto, ma ciò che alla fine
si ricorderà è il pullman scoperchiato con le studentesse tranciate
a metà come cocomeri. E a proposito di derive grandguignolesche, mi
sembra che Sono abbia un po’ abbassato la sua qualità
effettistica, tra una CGI non proprio indimenticabile (anche in Tokyo Tribe [2014] ad un certo punto spuntava un frullauomini gigante
fatto così così) e vecchi trucchetti che non si vedevano dai
tempi di Mario Bava (abbiamo una testa – di gomma – spappolata da
una scarpa) o in qualche produzione di serie z, si modella un lavoro
posto allo spettatore con una professionalità che a tratti vacilla
oltremodo, il che, se vogliamo, rende la faccenda ancora più
divertente, va da sé che comunque di Cinema, spiace per Sono, non ce
n’è proprio.
Non credo che tra gli altri suoi film del 2015 troverai qualcosa di buono, o almeno io non l'ho trovato, a parte "The whispering Star" ovviamente. Quel film è fenomenale. Se hai intenzione di guardarti anche "The virgin Psychic" preparati, gnocca a vagonate (come al solito) ma per il resto nulla di degno.
RispondiEliminaVisto che sei un grande appassionato delle pellicole di Sono ti consiglio molto caldamente, se non l'hai già fatto, di guardarti "Antiporno". È disponibile su MUBI ed è un vero capolavoro, proprio del stile di Sion.
Nel periodo intercorso tra la scrittura del mio commento e la pubblicazione dello stesso ho avuto modo di vedere tutte le opere da te citate. Diciamo che per il 2015 l'unico lavoro degno di nota è, appunto, The Whispering Star, e non poteva essere altrimenti. The virgin Psychic è un altro circo indesiderato. Di quell'anno mi manca soltanto la pellicola che IMDb segna come film-tv ma non credo di essermi perso chissà cosa. Antiporno è sicuramente interessante e raccoglie certe tematiche presenti in fondo anche in Tag che probabilmente frullavano nella testa di Sono da tempo ma con un piglio autoriale che intriga non poco. Shinjuku Swan II, invece, a dir poco indegno.
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