L’intelaiatura è
risaputa, delinea le fasi prettamente filmiche di una relazione
attraverso stadi programmatici: il prima rapporto, il
rapporto, il dopo rapporto. Il belga Defurne, al primo
lungometraggio, principia platealmente la plasmazione di Pim
mostrandolo come un piccolo narciso, nudo, con una fascia da
reginetta e relativa coroncina di fronte alla finestra. È un
biglietto da visita fuorviante che potrebbe suggerire una
stereotipizzazione del carattere (omosessualità = vanità),
una descrizione basata su paletti preconcettuali divelti nel giro di
qualche fotogramma: l’amore di Pim verso Gino non ha niente di
“esterno”, non può averlo, è clandestino,
mimetizzato, costantemente ricordato anche se presente (la scatola,
diario oggettuale, tangibilità piena del desiderio), è
quindi un amore che rima con la sofferenza (di una e più
situazioni, di un’età), che non ha riflesso sentimentale
profondo, perciò, seguendo il celebre schema, non può
che incagliarsi nella bassa marea di un terzo personaggio,
spartiacque della liaison, punto di svolta per tutte le
pellicole pennellate di rosa. Da questa impostazione Defurne si
affranca con sufficiente grazia soprattutto nella porzione di film in
cui Gino abbandona la scena e Pim diventa davvero il fulcro emotivo,
tanto che l’impressione emergente è quella di un
protagonista non solo alle prese con le varie diatribe
interpersonali, quanto sballottolato dal vortice-Sentimento in una
scoperta potentemente intima dell’atto di amare.
Non tragga nell’inganno
pruriginoso il fatto che si parli di due adolescenti omosessuali. Non
è un facile scandalo che Defurne cerca, il regista, ispirato
da un libro di André
Sollie, avvalendosi di una punteggiatura vagamente
solondziana, ispessisce convincentemente tutto ciò che esula
dalla stretta Pim-Gino; i bordi della storia sono intrecci contigui,
sottostorie prospicienti come le due abitazioni e come le
non-famiglie che le abitano. Tappandoci il naso su un certo
psicologismo narrativo imperante qui non troppo dannoso perché
non troppo accentuato, viene a galla la fragilità di due
nuclei affettivi (?) in cui la mancanza di una controparte
genitoriale innesca una mini-deflagrazione di cause ed effetti che si
ripercuotono sul piccolo Pim. All’idea che l’origine
dell’attrazione omo sia da sostanziare nell’assenza paterna (ecco
lo “psicologismo” di prima, quell’obbligo di fornire una sorta
di eziologia), si affiancano i fatti sullo schermo saldamente
intessuti tra loro e fondati da una comune ricerca d’Amore,
necessità urgente che sa assumere sorprendentemente varie
coloriture: romantiche (Pim d’altronde è un sognatore),
tenere (l’infatuamento della sorella), parodistiche (la madre con
il tipo coatto), e un filino drammatiche (l’altra mamma che, in una
grande scena, sancisce l’unione come se fosse un
sacerdote).
La ricostruzione di
un’epoca che si aggira tra gli anni ’60 e ’70 è tra le
più riuscite mai viste laddove c’è qualcos’altro
al di là degli abiti oggi perfettamente vintage, un
nonsisache di malinconico trattenuto dalle cromature pastellose che
tinteggiano la realtà di Pim. Un Pim interpretato con
calcolato coraggio da Jelle Florizoone classe 1995, attore di cui
auspicabilmente sentiremo parlare in futuro.
Per Defurne, già
autore di una decina di corti, un debutto che soddisfa, niente
applausi scroscianti per ora, ma un altro nome da appuntarsi sul
taccuino dei registi da sorvegliare attentamente.
"Assez proche de « La Mertitude des choses » (de Felix Van Groeningen) dans son propos sur la solitude adolescente, mais beaucoup plus doux dans sa forme et son issue, « Sur le chemin des dunes » est un bonbon cinématographique au goût doux-amer..."
RispondiEliminahttp://www.abusdecine.com/critique/sur-le-chemin-des-dunes
"Sur le chemin des dunes" è il suo titolo, direbbero i belgi, a ragione:)
metto in lista
Mi sono iscritto su Mubi per sfruttare i 14 giorni di prova in cui si possono vedere film a volontà senza nessun addebito...e con atube catcher ho trovato il modo di fare degli screen recorder per catturare i film in streaming sul pc ed eventualmente farci dei torrent..se ci sono suggerimenti o interessa qualcosa che non si trova da scaricare, accetto volentieri proposte.
RispondiEliminaSono direttamente sottotitolati? Se sì penso che qualsiasi cosa sia ok, faresti del bene al popolo cinefilo. :)
RispondiEliminaSi molti son sottotitolati in inglese..anche se mi accorgo solo ora che non tutti i film in archivio sono visionabili..era troppo bello per essere vero :D
RispondiEliminaOggi ho fatto una prova con questo di Carlos Casas http://mubi.com/films/solitude-at-the-end-of-the-world e la registrazione è venuta più che decente...come dicevo anche al blog di visione sospesa, se ti viene in mente qualche titolo in particolare, dimmi pure (trovi la mia mail nel profilo)..che poi 14 giorni passano in fretta ;)
Ho un listone di cose introvabili ma non lo ho fisicamente con me in questo momento. Vado a memoria:
RispondiElimina- qualcosa di Alexander Zeldovich che non sia Mishen
- qualcosa di Vimukthi Jayasundara che non sia The Forsaken Land
- Tee rak di Sivaroj Kongsakul
- Quchis dgeebi di Levan Koguashvili
- Men at Work di Mani Haghighi
- Die Frau mit den 5 Elefanten
continuo che ho inviato per sbaglio:
Elimina- Cielo senza terra di Giovanni Maderna
- Sette opere di misericordia dei fratelli De Serio
- Poo kor karn rai di Thunska Pansittivorakul
- Below Sea Level di Gianfranco Rosi
Boh, vedi un po', non penso siano capolavori, sono piuttosto film che mi sono appuntato nel corso degli anni e che non sono mai riuscito a trovare. La lista era molto più lunga comunque.