giovedì 1 agosto 2013

North Sea Texas

L’intelaiatura è risaputa, delinea le fasi prettamente filmiche di una relazione attraverso stadi programmatici: il prima rapporto, il rapporto, il dopo rapporto. Il belga Defurne, al primo lungometraggio, principia platealmente la plasmazione di Pim mostrandolo come un piccolo narciso, nudo, con una fascia da reginetta e relativa coroncina di fronte alla finestra. È un biglietto da visita fuorviante che potrebbe suggerire una stereotipizzazione del carattere (omosessualità = vanità), una descrizione basata su paletti preconcettuali divelti nel giro di qualche fotogramma: l’amore di Pim verso Gino non ha niente di “esterno”, non può averlo, è clandestino, mimetizzato, costantemente ricordato anche se presente (la scatola, diario oggettuale, tangibilità piena del desiderio), è quindi un amore che rima con la sofferenza (di una e più situazioni, di un’età), che non ha riflesso sentimentale profondo, perciò, seguendo il celebre schema, non può che incagliarsi nella bassa marea di un terzo personaggio, spartiacque della liaison, punto di svolta per tutte le pellicole pennellate di rosa. Da questa impostazione Defurne si affranca con sufficiente grazia soprattutto nella porzione di film in cui Gino abbandona la scena e Pim diventa davvero il fulcro emotivo, tanto che l’impressione emergente è quella di un protagonista non solo alle prese con le varie diatribe interpersonali, quanto sballottolato dal vortice-Sentimento in una scoperta potentemente intima dell’atto di amare.

Non tragga nell’inganno pruriginoso il fatto che si parli di due adolescenti omosessuali. Non è un facile scandalo che Defurne cerca, il regista, ispirato da un libro di André Sollie, avvalendosi di una punteggiatura vagamente solondziana, ispessisce convincentemente tutto ciò che esula dalla stretta Pim-Gino; i bordi della storia sono intrecci contigui, sottostorie prospicienti come le due abitazioni e come le non-famiglie che le abitano. Tappandoci il naso su un certo psicologismo narrativo imperante qui non troppo dannoso perché non troppo accentuato, viene a galla la fragilità di due nuclei affettivi (?) in cui la mancanza di una controparte genitoriale innesca una mini-deflagrazione di cause ed effetti che si ripercuotono sul piccolo Pim. All’idea che l’origine dell’attrazione omo sia da sostanziare nell’assenza paterna (ecco lo “psicologismo” di prima, quell’obbligo di fornire una sorta di eziologia), si affiancano i fatti sullo schermo saldamente intessuti tra loro e fondati da una comune ricerca d’Amore, necessità urgente che sa assumere sorprendentemente varie coloriture: romantiche (Pim d’altronde è un sognatore), tenere (l’infatuamento della sorella), parodistiche (la madre con il tipo coatto), e un filino drammatiche (l’altra mamma che, in una grande scena, sancisce l’unione come se fosse un sacerdote).

La ricostruzione di un’epoca che si aggira tra gli anni ’60 e ’70 è tra le più riuscite mai viste laddove c’è qualcos’altro al di là degli abiti oggi perfettamente vintage, un nonsisache di malinconico trattenuto dalle cromature pastellose che tinteggiano la realtà di Pim. Un Pim interpretato con calcolato coraggio da Jelle Florizoone classe 1995, attore di cui auspicabilmente sentiremo parlare in futuro.
Per Defurne, già autore di una decina di corti, un debutto che soddisfa, niente applausi scroscianti per ora, ma un altro nome da appuntarsi sul taccuino dei registi da sorvegliare attentamente.

6 commenti:

  1. "Assez proche de « La Mertitude des choses » (de Felix Van Groeningen) dans son propos sur la solitude adolescente, mais beaucoup plus doux dans sa forme et son issue, « Sur le chemin des dunes » est un bonbon cinématographique au goût doux-amer..."
    http://www.abusdecine.com/critique/sur-le-chemin-des-dunes

    "Sur le chemin des dunes" è il suo titolo, direbbero i belgi, a ragione:)

    metto in lista

    RispondiElimina
  2. Mi sono iscritto su Mubi per sfruttare i 14 giorni di prova in cui si possono vedere film a volontà senza nessun addebito...e con atube catcher ho trovato il modo di fare degli screen recorder per catturare i film in streaming sul pc ed eventualmente farci dei torrent..se ci sono suggerimenti o interessa qualcosa che non si trova da scaricare, accetto volentieri proposte.

    RispondiElimina
  3. Sono direttamente sottotitolati? Se sì penso che qualsiasi cosa sia ok, faresti del bene al popolo cinefilo. :)

    RispondiElimina
  4. Si molti son sottotitolati in inglese..anche se mi accorgo solo ora che non tutti i film in archivio sono visionabili..era troppo bello per essere vero :D
    Oggi ho fatto una prova con questo di Carlos Casas http://mubi.com/films/solitude-at-the-end-of-the-world e la registrazione è venuta più che decente...come dicevo anche al blog di visione sospesa, se ti viene in mente qualche titolo in particolare, dimmi pure (trovi la mia mail nel profilo)..che poi 14 giorni passano in fretta ;)

    RispondiElimina
  5. Ho un listone di cose introvabili ma non lo ho fisicamente con me in questo momento. Vado a memoria:

    - qualcosa di Alexander Zeldovich che non sia Mishen
    - qualcosa di Vimukthi Jayasundara che non sia The Forsaken Land
    - Tee rak di Sivaroj Kongsakul
    - Quchis dgeebi di Levan Koguashvili
    - Men at Work di Mani Haghighi
    - Die Frau mit den 5 Elefanten

    RispondiElimina
    Risposte
    1. continuo che ho inviato per sbaglio:

      - Cielo senza terra di Giovanni Maderna
      - Sette opere di misericordia dei fratelli De Serio
      - Poo kor karn rai di Thunska Pansittivorakul
      - Below Sea Level di Gianfranco Rosi

      Boh, vedi un po', non penso siano capolavori, sono piuttosto film che mi sono appuntato nel corso degli anni e che non sono mai riuscito a trovare. La lista era molto più lunga comunque.

      Elimina