martedì 29 maggio 2018

Tremor

Qualcosa freme nel cortometraggio del brasiliano Ricardo Alves Jr., e lo avrete capito, almeno per chi lo ha visto, da un incipit privo di un nesso logico con la restante parte del film, ma la logica è roba da giovani marmotte e allora nell’eburneo cavallo bianco che corre per le strade notturne di una città ci si può vedere dell’altro che non sia il “semplice” animale, ecco dunque quella percezione vibratile, come se dal buio fondo di un vecchio pozzo riuscissimo ad udire il battito di un cuore. Dai minuti iniziali di Tremor (2013) riceviamo perciò un’idea, non un senso!, forse: una sensazione, che dal punto di vista spettatoriale risulta nettamente più appagante. Dalla mia personale finanche inutile soggettività ho inteso nell’incedere dell’equino un messaggio funereo che galoppa verso il destinatario.

E nel prosieguo Tremor si dispiega in modo semplice davanti a noi, Alves Jr. sceglie la strada del semi-POV appiccicandosi alla nuca trecciata dell’uomo, tanto che il regista sembra dire: “proviamo a vedere cosa c’è nella sua testa”. Inutilmente. Se gli interrogativi ammontano, in un cinema che rispetta la propria natura non vi è spazio per delle risposte ubbidienti, al massimo possiamo nutrici dell’atmosfera greve che il corto essuda perché questa atmosfera è il nostro ossigeno e quello che respiriamo è, e lo si constata verso la fine, un miasma obitoriale, il nauseante odore dolciastro del corpo-cadavere. Nell’assoluta inazione, nell’assenza mentale del protagonista, nella noncuranza delle altre persone affaccendate nei propri lavori, un abisso ingoia: abbiamo visto migliaia di sguardi in camera, ma quello che chiude Tremor, necrologicamente, agghiaccia.

3 commenti:

  1. Ieri finalmente sono riuscito a recuperare una versione di ELON NÃO ACREDITA NA MORTE sub eng ( il primo lungometraggio di ricardo alves jr ). E' praticamente la versione estesa di Tremor, resa ancora più funerea dalla dedica finale ad Elon Rabin ( attore protagonista di tremor che a questo punto suppongo sia morto ) e dal sonoro curato da quel genio di Pablo Lamar (autore di un altro corto devastante che se non hai già visto devi assolutamente vedere, NOche Adentro). Pensa che la scena del cavallo qui è citata da un altra scena verso metà film in cui il protagonista umano percorre lo stesso ponte e il rumore delle sue ciabatte ricalca quello degli zoccoli del cavallo :D

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  2. Guarda, facendo riferimento a quella mail che ti ho mandato poco tempo fa anche Elon... avrebbe fatto parte dei "cadaveri" perché l'ho tenuto lì una vita in attesa dei sub e poi alla fine l'ho cancellato.
    Interessante questa connessione umano/equina tra i due lavori.

    Di Lamar ho visto di recente La ultima tierra, ne ho riconosciuto i pregi, soprattutto formali, in subordine però non mi tolgo dalla testa una deriva manierista che non mi ha entusiasmato. Cioè, è un film eccezionale, ma come lo sono tanti altri. Boh, forse ormai sono troppo intransigente.

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  3. Su la ultima tierra hai ragione, anch io l'ho trovato deludente seppur ben confezionato. Però noche adentro e il suo primo corto sono tutt'altra storia secondo me, specialmente il primo che mi folgorò immediatamente

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