domenica 5 settembre 2021

Pussy

Una ragazza è sola a casa ed in completo relax vorrebbe dedicarsi a se stessa e al suo piacere, ma uno strambo inconveniente è dietro l’angolo...

Piccolo, ma che dico!, microscopico cortometraggio animato firmato da una giovane polacca di nome Renata Gąsiorowska dal titolo Cipka (2016) che ha ricordato al sottoscritto Dust Kid (2009), soprattutto nella semplicità realizzativa, poche linee, sfondo bianco, figure basiche, qualche accento estroso, ma anche nell’atmosfera che si vuole perseguire: domestica, o, per meglio dire, intima, davvero intima, del resto la masturbazione è un atto personale e non è probabilmente un caso se l’unico altro personaggio del film, una sorta di procione voyeur, viene malamente allontanato dalla vagina mutata in mostro dentato. Ecco, la suddetta mutazione deriva poi dall’elemento centrale del lavoro, un’inaspettata indipendenza dell’organo sessuale femminile che non solo scorrazza per la casa ma che prende in mano la situazione: dopo una timida sollecitazione la vulva mobile inizia a fare sul serio conducendo la protagonista ad un’estasi che la Gąsiorowska sottolinea attraverso una trasformazione estetica, fuori l’ordinaria bidimensionalità casalinga, dentro forme che fluiscono colorate e astratte fino a raggiungere l’acme orgasmico e poi, finalmente, la pace. Si tratta, in stretta sintesi, di una celebrazione del godimento muliebre sancita dall’emancipazione della sua fonte. Inutile? Be’, diciamo non certo indispensabile ma comunque divertente.

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