Nete e Noah, gemelli
uniti per sempre. O quasi.
La costrizione principale
che un cortometraggio deve fronteggiare è il tempo.
Soprattutto se il suo impianto è di tipo narrativo allora è
necessario saper giocare bene le proprie carte altrimenti il rischio
del fallimento è più di un’eventualità. Il
danese Ses (2008) rientra nel novero dei lavori di cui sopra,
è un film dal taglio lineare tutto concentrato su una
scrittura lampante e consequenziale, per cui ad A (Nete che bisticcia
con la mamma e Noah che è lì a consolarla) subodoriamo
B (ecco che l’idillio si spezza: l’incidente), il problema è
che questa facilità di predizione, corroborata
dall’inevitabile celerità imposta dalle ristrettezze
temporali, non fa di certo bene al film che cade più o meno in
tutta la sua interezza sotto i fendenti di un continuo processo
“causa-effetto” dall’anticipabile portata: non è solo
l’incipit a farci presagire lo svolgimento dei fatti, ma è
anche il prosieguo laddove ad un cambiamento di vita come è un
trasloco corrispondono le susseguenti variazioni.
In generale mi pare che
questo Jesper Waldvogel Rasmussen, alla sua prima e finora ultima da
regista, non si sia granché orientato su una direzione
personale, i binari da lui percorsi sono appunto binari: strade già
tracciate, strabattute, risapute. Ad esclusione del segmento in cui
l’incidente è sostituito da un carrello in avanti sulla
povera Nete pietrificata sul letto, ispessito da un gioco di luci
tendente all’abbrunamento e dalla sovrapposizioni di voci legate
all’iter funebre (il dottore, il prete, più presenti così
che se fossero stati ripresi nelle loro funzioni), Ses non
alza mai la testa dall’ordinarietà, tanto che il suo nucleo,
solo apparentemente fantastico, in realtà molto
reazionario, produce un percolato altamente nocivo, un qualcosa
intriso della stessa obsoleta retorica che permea i film televisivi
del pomeriggio, e infatti il finale con quella passeggiata
strappalacrime è lì ad evidenziare cotanti limiti.
Nel
cast Henrik Birch, già visto in Nothing’s All Bad
(2010).
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