Tenendo ovviamente presente che insomma, stiamo parlando di ben poca roba, se nel suo piccolo Novais Oliveira ha un merito è quello di non seguire la corrente della facile illustrazione per, al contrario, lesinare ogni tipo di spiegazione. Il godimento spettatoriale è lontano da questi lidi ma perlomeno viene tenuta in vita fino alla fine la curiosità che il film suscita e in fondo non importa troppo se nessuno dei tasselli proposti trova collocazione e continuità. Che cos’era l’improvvisa brezza? Ed il varco dimensionale dal vago aspetto vaginale? E la parentesi con il politico che chiama la donna? Il regista per tutta risposta... non dà risposte e disinteressandosi di quanto appena detto piazza in coda un buffo ed inaspettato finale, oserei dire divertente se non fosse che ho smesso di divertirmi da almeno una decina di anni.
martedì 10 agosto 2021
Quintal
Inizia come un ritratto
sociale Quintal (2015) del
brasiliano André Novais Oliveira, una panoramica su un agglomerato
di abitazioni che non sembrano proprio trovarsi a Beverly Hills, una
piccola casa con dentro due anziani impegnati nelle loro faccende
quotidiane, poi d’improvviso si alza un vento anomalo che riesce
addirittura a sollevare la cara signora (e pure una lumaca) ed allora
il cortometraggio si apre ad uno strambo tono che flirta con
un’accennata commedia ed un’altrettanta abbozzata fantascienza,
probabilmente la cifra sociale (e personale) sopraccitata si era già
espletata nel docufilm coevo Ela Volta na Quinta (2015)
dove nuovamente si ritrova la coppia attempata qui protagonista (che
poi nella realtà sono i genitori di André) inquadrata con un taglio
presumibilmente più impegnato (sarebbe la messa in scena della loro
crisi coniugale), Quintal
ne diventa quindi una propaggine di venti minuti scevra di
approfondimenti intimi e orientata ad una leggerezza che non disdegna
curiose sortite un filo disorientanti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento