Giunto a Igor Kovalyov
leggendo un’intervista (link) agli autori di Oh Willy...
(2012) che lo citavano come fonte di ispirazione per il loro lavoro,
mi sono subito fiondato a scatola chiusa sul primo corto che ho
potuto recuperare: Milch (2005), e devo dire che alla fine è
risultato difficile tracciare un’idea precisa di quanto visto. È
sicuramente un oggetto molto strano orbitante intorno alla figura di
una donna che consegna il latte a domicilio e di un padre nerboruto
invaghito della suddetta, all’interno del quadro famigliare che
comprende anche la moglie e una coppia di anziani (forse i nonni,
forse il nonno più la badante), Kovalyov piazza un personaggio
parecchio ambiguo come il figlioletto che pare un nodo cruciale della
non-storia. Dico “non” perché su un aspetto credo si possa
concordare: l’animatore nato a Kiev è disinteressato ad una
logicità narrativa poiché il corto procede più per situazioni
suggestionanti che mirano a stimolare tematiche senza che avvenga la
loro esplicitazione. Ne consegue che una questione rilevante è lo
stato fibrillante del bambino forse in balia di emergenti pulsioni sessuali,
nonché, procedendo per ipotesi, una sorta di identificazione tra
padre e figlio con comune denominatore l’attrazione verso la
ragazza del latte. Teorie inconfutabili e che comunque nessuno avrà
voglia di confutare.
Intrigante è invece la
resa estetica che ci propone uno studio artistico dove i corpi umani,
goffi e inespressivi, sembrano usciti dal pennello di un Botero
sotto effetto di stupefacenti. L’allestimento bidimensionale non
depotenzia l’atmosfera greve che il regista voleva imprimere, e c’è
da ammettere infatti che la forma sa reggere da sola il film. Sebbene
non via siano particolari picchi, il senso occludente, umido e
lievemente perverso di Milch lo rendono un titolo
più forte sul piano seduttivo che su quello comprensivo, e a me va
bene così. Se il nome di Igor Kovalyov vi suona completamente
sconosciuto, sappiate invece che quasi per certo avete già visto
della roba firmata da lui, parliamo infatti dell’autore di Rugrats -
Il film (1998) e di alcuni episodi della serie tv.
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