giovedì 10 dicembre 2015

Lena

La storia di Lena, tirocinante in un asilo con madre cellulare-dipendente, che pur non avendo una silhouette da miss riesce ad ottenere grandi successi con i maschietti, di tutte le età.

Fiacchissima pellicola belga diretta da Christophe Van Rompaey e scritta scelleratamente da Mieke de Jong, Lena (2011) è cinema mediocre che vuole, all’inizio, sfuggire alla tesi abusata della ragazza cicciona derisa/esclusa/introversa: la diciassettenne protagonista sembra una che sa il fatto suo, è indipendente, se la balla con leggiadria e a quanto pare le basta uno sguardo per accalappiare un uomo; sorvolando su queste scene d’abbordaggio con relativo coito francamente artificiose, la raffigurazione di una personalità così sbarazzina a differenza del corpo che la contiene perde qualunque potenziale perché incastrata nel solito disegno trito e ritrito di un declivio sentimentale. Alla parentesi di felicità con il ragazzo in questione non poteva mancare l’ineluttabile punto di rottura (causato peraltro da un fatto che non viene dettagliato), ed è da questo momento che il film affonda testualmente in un pantano di allusività nemmeno, ahimè, troppo allusive.

Che non si tiri in ballo la stolida psicologia da quattro soldi, non regge il discorso di una Lena a cui mancano nella vita delle figure genitoriali di rilievo e per cui l’attrazione verso il “suocero” può essere tale grazie a questa fandonia, e ugualmente il comportamento del padre non può venire giustificato con l’assenza coniugale che si protrae da parecchio tempo, semplicemente una svolta così netta dell’opera tramite siffatta liaison (forzata all’inverosimile) può funzionare al massimo, ma proprio al massimo, in un solo contesto: quello pornografico, davvero, manca credibilità, tensione emotiva, e qualunque altro ingrediente capace di allontanare dalla ridicolaggine un tale tradimento intrafamigliare, ed imperterrito Van Rompaey rimarca la propria condotta pruriginosa che involontariamente palesa una serie di capitomboli quasi dilettanteschi, difficile pensare che può esserci qualcosa di peggio nel vedere il papà cogliere il figlio copulante sotto la doccia: invece c’è ed arriva con l’impennata drammatica del finale che per la sua scempiaggine indigna profondamente.

Se per puro caso Lena capitasse sulla vostra strada, cambiate subito direzione.

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