domenica 9 maggio 2010

La donna lupo

Ossignore caro che… che… obbrobrio!
Debole premessa: sembrerebbe che il runtime ufficiale sia di 80 minuti, mentre io ne ho visto una versione di poco più breve e perciò, ne deduco, tagliuzzata qua e là. Tenendo a mente ciò, La donna lupo (1999) resta, al di là d’ogni possibile salto, un film orrendo.
Non esiste una strada intrapresa da Grimaldi che conduca chi guarda alla più minuscola e solitaria riflessione. Il che non sarebbe un male trattandosi di una pellicola erotica, tuttavia il male c’è e si vede in quei sterili tentativi di lanciare a caso messaggi pseudo femministi che se io fossi una donna mi sentirei profondamente offesa nel sentire la Cannata perorare la causa delle donne libere perché è yeah e gli uomini invece sono buu e lei vuole solo scopare ché senza sentimenti è senza nome è senza tette. La sagra degli stereotipi è qui, annoiatevi senza vergogna.
Idem per lo sparring partner maschile che oltre a fare sogni idioti (la Cannata si struscia su un peluche è già di per sé un pessimo inizio) viene invischiato da Grimaldi in situazioni familiari rese in maniera grossolana e banale come i suoi pensieri durante i dialoghi in b/n che rappresentano il punto più irritante del film con le sue evitabilissime para-auto-meta-riflessioni: “ma questo è un film, no?” … Eh, purtroppo lo è mannaggia a te.

Il momento più rozzo se lo vince il siparietto dei 4 tamarri con i travestiti. A parte l’irrimediabile sconnessione col resto della storia permododire, lo scambio di battute tra loro e i viados è un insulto all’intelligenza di chi ascolta, se mi avessero detto “a coglione sei proprio uno stronzo” non sarebbe cambiato granché. A coronamento di tale sequenza trash, uno del gruppetto si mette a fare lo spogliarello sul tetto di una macchina; sulla scena è molto ma molto meglio stendere uno spesso ed impenetrabile velo pietoso.
E tutto perché? Per far sì che la donna lupo conosca due dei 4 tamarri per portarseli a letto. Praticamente Grimaldi vorrebbe fare una torta senza mescolare gli ingredienti, butta lì senza ritegno due o tre macchiette prese e ricalcate dal libro delle figurine senza nemmeno preoccuparsi di dar loro un minimo di spessore. Basta sentire le disquisizioni ideologiche del quartetto sull’arte di far pompini per eliminare più in fretta che si può il film per intero.

La regia è anonima, stampo classico, derivativa superficiale tediosa. Le musiche sono un pastrocchio che imbroglia classica, elettronica ed altri generi sparsi. La Cannata col suo pube demodé e l’occhio pariettiano verrà ricordata solo per un paio di fugaci fellatio e niente più. La Parietti, nonostante tutto, ne Il macellaio (1998) era più porca solo a guardarla sebbene non facesse niente per esserlo.
Non spreco altre parole. Sappiate solo che fra le altre cose si vede una scena in cui la donna lupo fa del petting con un tipo mentre dalla radio filtra la voce di Alfredo Provenzali con Tutto il calcio minuto per minuto, e un’altra scena dove un serpente si fa due passi sulla vagina della protagonista. E il serpente si chiama Gianduia.
Gianduia, cazzo.

12 commenti:

  1. ahah devo ancora capire perchè guardi certi film, dimmi almeno che ti fanno ridere!


    Comunque volevo avvisarti che Lourdes sta in giro, guarda un pò su megastreamingtv. ;)

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  2. Ohhh... sembra notevolizzimo. ;-)
    Mi sa che lo terrò presente per una maratona trash-dolorosa di stampo italico. :-)

    Forza Gianduia! ;-)

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  3. Non so J., è perché, forse, anche 'sta robaccia si trova oltre il fondo; o forse, più semplicemente, è che scrivendone acquisto visibilità perché alla gente di Tarr frega poco o niente, ma la Parietti col macellaio interessa eccome!

    Ci sta Davide, ci sta. Io mi son fatto di Grimaldi questo, Il macellaio e L'educazione sentimentale di Eugiene. Per un po' sono apposto.

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  4. E grazie J. per la preziosa dritta ;)

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  5. Interessante motivazione :)
    Mi sa che anch'io devo provare a fare una recensione di un film erotico. Il punto è che ne ho visti pochi, uno che ricordo vagamente parlava di un tizio che non riusciva ad attizzarsi con la fidanzata e quindi la madre di lei da donna tanto gentile lo aiutava nell'impresa. Era italiano, ma non ricordo il titolo.

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  6. Se parliamo di pornografia, beh, con tutto il rispetto, ma quello è cinema per modo di dire. Il genere erotico invece è un genere strano, non riesce a convincermi perché è condannato per sua stessa natura ad esibire, mostrare, eccedere per auto-naufragare nella pruriginosità che lo contraddistingue. Finora non mi è mai capitato di dire "che bello!" guardandone uno.

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  7. no non era pornografico, era proprio erotico uno di quei film che fanno in terza serata su retequattro d'estate. ahah
    Comunque sono d'accordo alla fine lasciano un senso di insoddisfazione. Cioè sarebbe interessante se alla fine almeno mostrassero qualcosa almeno tutta la carica erotica trova un suo fine. E invece manca l'effetto "sorpresa".
    A proposito Lars Von Trier ha girato del film pornografici, che forse non lo sono proprio. Per non riesco a cercarli.

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  8. Ho Spell sul desktop. Domani o dopo me lo vedo, gli scritti come vanno?

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  9. Non vanno. Ho Privato tra dieci giorni. Ma giuro che se prendo 27 mi metto a scrivere sul serio.

    Giovanni

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  10. A non proposito, ho visto Spell. Mmm, credevo fosse più estremo nel complesso, invece no. Dignitoso nel cinema di genere, ma nel 2010 ha perso parecchio appeal, imo.

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  11. Io ancora non l'ho visto. Vedi Blu Movie ora, se hai tempo.

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