martedì 23 giugno 2009

Guardami

Nessuno potrà mai convincermi del fatto che nelle intenzioni di un regista che inserisce in un suo lavoro esplicite scene di sesso non vi sia del compiacimento. In questi casi ho sempre la sensazione che una tale operazione abbia l’obiettivo di attirare su di sé un attenzione che altrimenti tale prodotto non avrebbe. Per carità, la trovata funziona anche, io l’ho voluto guardare appunto per questo, ma certo che rimanere soddisfatti a fine visione è un po’ dura.
Sono straconvinto che l’erotismo possa essere espresso con mezzi un tantino più raffinati del Primo Piano di una fellatio o di un cunnilingus, fermo restando che, per i miei gusti, è sempre più intrigante il “non-vedo” rispetto ad il “vedo-tutto” della pornografia.
E lo stesso discorso può essere esteso all’horror e allo splatter, due generi che ben rispecchiano, a loro modo, il cinema erotico e quello porno. Anche qui la differenza sta nel mostrare o meno. Un film come Lasciami entrare (2008), in cui non si versa una goccia di sangue, è un ottimo esempio di horror che lascia ampio spazio all’immaginazione nelle scene più truculente. Viceversa, un’opera violenta come Martyrs (2009) sbatte in faccia allo spettatore ogni tipo di efferatezza, privando chi guarda di quella pulsione scopica, ovvero del desiderio di vedere spesso oltre la semplice immagine.

Qualcuno potrebbe venire a dirmi che Guardami è la storia di una pornostar malata, Nina (Elisabetta Cavallotti), e che quindi è inevitabile che venga ripreso da vicino il mondo in cui lavora la protagonista. Bah, sarà, ma io dietro ad una scena di anal non riesco a vederci niente se non un tizio che inserisce il suo pene in una cavità anale, nulla in contrario eh, ma Guardami allora non si differenzia poi tanto da un qualunque film di Luca Damiano che qui fa anche una particina.
Ed anche se c’è il dramma di un tumore, con tutte le difficoltà esistenziali che immagino comporti, le scene di sesso esplicito non riescono a levare al film quella dimensione pruriginosa che, fra le altre cose, è incrementata dall’insensato rapporto saffico fra Nina e Cristiana (Stefania Orsola Garello).

Dal punto di vista tecnico Guardami offre alcuni particolarità.
È evidente di come non ci sia un tempo completamente lineare; i fatti che si svolgono non seguono sempre un ordine cronologico perché Ferrario utilizza alcuni espedienti narrativi come il flashback e forse anche il flashforward, per cui la narrazione è parecchio frammentata al punto tale che il montaggio di Claudio Cormio si “sente” un po’ troppo nella diegesi del film, mentre a mio avviso il montaggio migliore è quello che non si avverte.
Però a qualcuno potrebbe anche piacere questo taglio così rapido, fate vobis.

Ammiro molto la Cavallotti che ha avuto il coraggio (o la faccia tosta?) di farsi riprendere come mamma l’ha fatta mentre altri se la fanno. E vorrei sottolineare di come la scena girata nel club sia vera, la gente non sapeva che la ragazza che si dimenava sul palco non era una lap-dancer ma un’attrice.
Di sicuro non mi sarei mai aspettato di vedere Flavio Insinna in un film a sfondo erotico, ma tant’è si è palesato dinanzi ai miei occhi, e non appagato di stupirmi con la sua presenza mi ha dato uno schiaffo morale con una recitazione dignitosa che quasi quasi gli suggerirei di aprire meno pacchi e fare più film.

Forse, prima di dare un giudizio, bisognerebbe guardare altre opere di Davide Ferrario che ha all’attivo musical, documentari e commedie anche con attori di un certo calibro. Però, preso da solo, Guardami è un film da evitare.

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