sabato 25 luglio 2009

Timecrimes

Hector vede col binocolo una ragazzina in toppless nel bosco, si alza dalla sua sdraio e si inoltra nella sterpaglia. Arrivato in una radura scorge la ragazza svenuta e completamente nuda appoggiata ad una pietra, mentre si avvicina a lei viene infilzato con una forbice da un tizio bendato che lo insegue per il bosco. Così giunge in un laboratorio dove uno studioso compie strani esperimenti; per sfuggire al pazzoide s’infila in una vasca collegata ad un macchinario che altro non è se non una macchina del tempo che lo sdoppia e lo riporta indietro di qualche ora nei pressi della sua abitazione dove si rivede che spia la ragazzina col binocolo, attivando così un loop temporale da cui non sembra esserci via d’uscita.
Piatto ricco mi ci ficco.
Produzione spagnola firmata da Nacho Vigalondo (che qui interpreta il giovane studioso), Timecrimes (Los cronocrímenes) è un film coraggioso. Non perfetto, non un capolavoro, ma coraggioso. Quello che all’inizio sembra essere un normale thriller con tanto di killer squilibrato, si trasforma pian piano in un gioco di scatole cinesi che ribaltano gli stilemi del genere senza però perdere di suspense, e questo non è mica poco! Dopo mezz’ora si sa già chi è l’assassino, eppure il film non scivola mai nella noia. E ciò accade grazie ad un montaggio che viene costruito e distrutto più e più volte, un’operazione, questa, in cui lo spettatore è coinvolto al 100%.
Certo, bisogna credere a viaggi temporali e sdoppiamenti (addirittura triplicamenti) di personalità, il che non è niente di sconvolgente, se Corona reciterà in un film di Garrone può accadere di tutto davanti ad una mdp, ma è l’ambientazione, un piccolo laboratorio situato su una collinetta, che fa storcere un po’ il setto nasale e pensare: “Ma una delle più grandi invenzioni dell’uomo sarebbe rinchiusa in quel buco?”.
Comunque il gioco vale la candela, pur non essendo privo di difetti (sento che alla fine qualcosa non torna ma non saprei dire cosa), Timecrimes è un buon esempio di cinema alternativo.
L’unico paragone che mi sovviene è Memento (2000), anche se il film di Nolan è superiore sotto molti aspetti (ma i denari americani pesano tanto), condivide con Timecrimes la stessa frammentarietà del tempo filmico permettendo così una soddisfacente ricostruzione da parte del pigro spettatore. C’è partecipazione e quindi divertimento.

5 commenti:

  1. Son contento che ti sia piaciuto però non sono d'accordissimo col riferimento a Memento. O meglio, in un caso la frammentarietà è perlopiù diegetica, nell'altro è data dal montaggio in postproduzione. Tu però facevi riferimento allo spettatore e allora sì, il paragone ci sta. Ah, mio fratello che è un mago di questi paradossi temporali (dopo Lost ne ha fatta una questione vitale) mi assicura che il film è perfetto. Lo penso anch'io e non solo per sensazione, ma perchè un film tutto basato su questo tema del paradosso, a scapito di spettacolarizzazione, location etc..., deve avere una struttura inattacabile. Io l'ho paragonato a una tesi di laurea per immagini di un giovane laureando sul tema del tempo.

    P.s; (spoiler) alla fine tutto tornerà normale, non proseguirà ad libitum.

    Il mio 8 è forse esagerato ma è giusto premiare tali operazioni.

    Ciao!

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  2. Ciao Dae-Soo, grazie per il commento! Rileggendomi mi sono accorto che a luglio 2009 non avevo capito granché su come scrivere di cinema - non che ora... però! -, ma questo poco importa. Importa che Timecrimes è un gran bel filmetto, e che in fondo della sua completezza vera o presunta a me, ora, me frega poco.

    Un piccolo segnale che questo film ha depositato dei segni: l'ultimo Dylan Dog in edicola proprio adesso ha come canovaccio (e qualcosa di più) un similarissimo meccanismo narrativo con la pellicola di Vigalondo.

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  3. Devo assolutamente dirlo a mio fratello allora, appassionatissimo sia di Dylan Dog che di paradossi temporali. Nome dell'albo (non so se li colleziona ancora)?

    Sai che non mi ero accorto che l'hai commentato addirittura nel 2009? Sei un pioniere, come sempre...
    Ciao!

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  4. Il titolo è "La seconda occasione", testi Barbato, disegni Casertano.

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    1. Bel film, mi è piaciuto molto ,l unica cosa ,solo io ho notato che quando la ragazza cade sembra un manichino o sbaglio? se qualcuno lo ha notato , magari potrebbe continuare la storia e non muore nessuno, ho questa incertezza del finale...

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