martedì 20 novembre 2007

Zeder

Leggo sul web, con stupore e ammirazione, che Pupi Avati ha contribuito alla sceneggiatura di Salò (1975). Questo è un esempio che dimostra la poliedricità di un grande regista, forse un po’ sottovalutato, del cinema italiano.
Assolutamente da ricordare è il suo La casa dalle finestre che ridono (1976), un gioiello nostrano che ho apprezzato più di Profondo rosso (1975): forse per l’atmosfera, più scarna e asciutta ma di grande effetto.
Zeder è qualche gradino sotto al precedente e unico, fino a pochi giorni fa horror di Avati; un po’ per la trama, un po’ per il pathos che manca e un po’ per lo sciagurato doppiaggio del protagonista che ha una voce pari a quella del cyborg in Terminator 2 (1991). Bellissima la co-protagonista, assomiglia ad una porno-star canadese.
In breve: Stefano, uno scrittore alle prime armi, riceve dalla sua ragazza Alessandra una macchina da scrivere usata. Per caso si accorge che sulla bobina di scrittura sono rimaste impresse delle strane frasi scritte dall’ultimo possessore della macchina, un ex prete. Indagando su questo testo scoprirà che uno scienziato di nome Paolo Zeder riusciva a far resuscitare i morti grazie al misterioso terreno k.

Merita una visione perché è l’esempio di come con delle idee semplici e a basso costo si possono ottenere buoni risultati, e poi ci sono certe esclamazioni tipo “Porco cane” o “Dio bono” che sono assolutamente impagabili!

3 commenti:

  1. Ciao Eras! Ti ricordo che il buon vecchio Pupi ha girato anche "L'arcano incantatore", horror ambientato nella Bologna Medievale!!! Ancora non l'ho visto...ancora!

    Un salutone
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  2. Veramente???

    Non lo sapevo!

    Grazie per la dritta ;-)

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  3. L'arcano incantatore più bello per le ambientazioni e le atmosfere, piuttosto che per il film in sè! Un altro film di Avati interessante è L'amico d'infanzia!

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