Deboluccio
(ad essere generosi) cortometraggio argentino passato a Cannes e
Toronto ’15 recante la firma del regista Mateo Bendesky (Buenos
Aires, 1989) il quale per El ser magnético (2015) si avvale
del formato narrativo per illustrarci una situazione davvero troppo
semplice: due fratelli professano da tempo una pseudo-religione che
li obbliga ad una vita rigida e appartata, ma uno di questi due
fratelli, Aldo, si sta stufando di tirare a campare così.
Per
rappresentare il desiderio di un cambio esistenziale Bendesky mette
in sequenza rapidi episodi della routine che vede la coppia
consanguinea protagonista, la prima impressione, ma anche la seconda
e la terza, si può riassumere in un ragguardevole “niente di che”,
l’impostazione estetica un po’ lanthimosiana in cui possiamo
leggere agilmente un retrogusto amarognolo in stile Solondz non è di
certo un esempio di freschezza, di contesti simili ne abbiamo già
visionati a pacchi e non tanto nella specificità qui proposta quanto
nell’esposizione generale. L’espediente che vorrebbe sparigliare
le carte in tavola (le patatine) è una bazzecola da niente, e altro
da aggiungere per migliorare un pelo il quadro complessivo proprio
non mi sovviene.
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