lunedì 22 aprile 2013

Rafa

Toni bassi e asciuttezza di fondo per l’Orso d’Oro di categoria a Berlino ’12. Il film del giovanissimo João Salaviza, già protagonista di un altro trionfo non meno importante (Palma d’Oro per Arena, 2009), è uno sguardo che tende allo spaccato sociale senza la volontà di sottolineare le defezioni che costituiscono il vivere del piccolo Rafael; si naviga nel rimando, nell’accenno, nell’istantanea di un dialogo (ad esempio quello iniziale in cui si evince l’assenza della madre all’interno della casa). È un leit motiv perché la trasmissione di dati prosegue sulle stesse frequenze fino alla fine, non è un caso dunque se per rappresentare lo stato non abbiente del protagonista vengono proposti dei momenti, vedasi il viaggio a scrocco verso Lisbona o il furto ai danni di uno skater (interessante qui la ripresa frontale “tempestata” dalle sagome controluce che effettuano dei tricks sull’asfalto). Ma è nel mezzo che il corto compie una leggera svolta nell’impostazione: quando il ragazzo si siede alla scrivania del commissariato il regista abbandona il canovaccio fin lì utilizzato per diventare diretto e conciso: domanda e risposta, non si scappa.

La conversazione ha contorni un po’ strani perché impiantata esclusivamente su un mono-campo riguardante Rafa e una voce off che ponendo dei quesiti suggerisce la chiave d’accesso per il racconto. Il dialogo, inframezzato da fotogrammi neri che ben mostrano lo scorrere del tempo, permette allo spettatore di capire: la parola dipana, esplicita quanto si era potuto intuire fino a quel momento: la mamma non c’è perché si è schiantata con la macchina del fidanzato. Il dramma, mai esibito, è comunque compagno di vita tutti i santi giorni, una vita che non ha sorriso a Rafael: a tredici anni deve già fare i conti con delle assenze che non potranno che responsabilizzarlo: un bimbo (i giochi col cane sulla spiaggia), eppure già genitore (l’ultima immagine con il nipote – senza padre – in braccio), già uomo (nell’idea dell’opera: un adolescente a cui non è permesso di essere tale).

2 commenti:

  1. Impressionante, un altro regista per cui devo esserti debitore. (A breve guarderò "Tabù", quindi ti ringrazio anche di quello in anticipo.) "Arena" pure, inoltre, è un gran bel cortometraggio.

    RispondiElimina
  2. Gomes vedrai che ti impressionerà parecchio.
    Di questo giovine ne ho visto anche un altro più sperimentale ambientato nella neve, non male.

    RispondiElimina