Così si
apre il nuovo, inaspettato, album di Flavio Giurato, ed è
un’apertura che diventa estuario in un mare di parole che come al
solito ci porta via, parole che costruiscono storie e storie che
ritornano nell’acqua in un portentoso circolo narrativo che vede
nella materia liquida l’habitat naturale dell’uomo in migrazione,
non solo quello della title track ma anche il protagonista del
vertiginoso cortocircuito temporale di Ponte Salario (dedico
questa canzone e sono sincero/a tutti quelli in coatta trasferta
verso un più stabile ristoro/e che stanotte dormono sotto Ponte
Salario) o di colui che nell’enigmatica Agua mineral
compie la lunga e perigliosa traversata, è come se quel tuffatore
che rinasceva ogni volta dall’acqua all’aria si sia moltiplicato
in una contemporaneità piena di riflessi che solo Giurato sa
trasmetterci con la sua musica.
Lo
dice il sottoscritto che conta meno di zero: Le promesse
del mondo è davvero un disco
assoluto, è un lavoro dotato di uno spessore poetico che invita a
continue riletture, proprio che il solo focalizzarsi sulla componente
testuale sgomenta per le sorprendenti soluzioni lessicali adottate
dal cantautore romano. Se lo si definisce bello o denso o chessò è
sempre meno di abbastanza, è, nella complessità dell’ascolto, più
di quanto altro potremmo sentire. Io credo che Digos sia
un pezzo enorme e non so se qualcuno in Italia abbia mai scritto una
cosa del genere, per cui, ancora una volta, grazie infinite signor
Giurato.
Qui
l’ascolto completo su Rockit.
Flavio Giurato è bravissimo, e anche più, sono d'accordo
RispondiEliminaSei Isamele giusto? Se sì mi ricordavo del tuo apprezzamento e non può che farmi piacere. Dal canto mio mi sento di dire che Giurato ha ormai raggiunto una maturità artistica sopraffina e, a differenza di altri grandi del passato che non ho potuto "vivere" in diretta poiché o ero troppo piccolo o non ero nemmeno nato, con lui sono quasi fiero di poter dire che ci sono, che sto vivendo adesso questa pagina altissima di musica nostrana.
RispondiEliminasì sono io.
RispondiEliminaun po' di anni fa avevo "scoperto"Il manuale del cantautore", l'ho ascoltato solo un migliaio di volte, finora.
nel blog avevo messo "recentemente" qualcosa:
http://stanlec.blogspot.it/search/label/Flavio%20Giurato
peccato per chi non lo conosce e non lo ascolta, no?
Dentro il "Manuale del cantautore" c'è una canzone su padre pio che mi piace un sacco. So che sembra un'affermazione assurda ma è così.
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