venerdì 20 novembre 2009

Back to the roots

Settecentotrenta giorni dopo sono ancora qua.
Sono.
Avere almeno una certezza come Essere è importante perché di (e da) qui si può partire. Quando aprii questo blog di certezze non ne avevo. Sapevo a malapena cos’era un blog, poi il resto è venuto da sé, cioè da me, ma ancora non ero me al tempo, forse non lo sono nemmeno ora, forse non lo sarò mai, ma ora sono, sono e ancora sono. Il viaggio potrebbe essere finito.
Però, prima che questa corsa abbia fine per sempre, ho voluto riportare tutto alla sua origine.
È solo un’illusione formale, non posso più tornare alla radice perché io, nella scrittura, nei miei interessi, nel mio angolo di visuale, sono cambiato in maniera (credo) irreversibile, ma almeno una parvenza d’amarcord non ho voluto negar(me)la. E quindi quell’headlines (si chiama così?) di Oldboy che ora campeggia sopra queste parole è la stessa di due anni fa, quando ancora Oltre il fondo non si chiamava Oltre il fondo, e quando ancora non avrei mai immaginato fino a dove sarei potuto arrivare, che non è niente ma al contempo è tanto, almeno per me.
Anche i colori dei link e del testo sono gli stessi dell’inizio, e come accennato fra le righe, saranno anche gli ultimi. Sì, non ci sarà un dopo, un qualcos’altro o un altroquando, resterà cristallizzato nel tempo, chiudendo ipoteticamente quel cerchio che avevo aperto mesi e mesi fa.

Lo so che vi starete domando quando chiuderò il blog - se non ve lo state chiedendo perché non ve ne frega un cazzo va bene uguale - e me lo chiedo anch’io. Una chiusura teatrale fra un anno esatto sarebbe una degna conclusione, avrei già in mente quale sarebbe l’ultimo film da recensire, quello definitivo oltre il quale non ci sarebbe più niente da scrivere. La speranza di arrivare fin là mi dà la spinta necessaria.
Ecco, il cinema. Questo blog è sorto dalle ceneri di un rapporto, storie di incendi e di ustioni permanenti, è nato in un periodo in cui non-ero, vivevo, sì, ma non-ero. E allora lasciavo segni della mia esistenza su internet. Testimonianze di una vita che rifacevo mia post dopo post. Poi lentamente tutto mi è scivolato dalle mani diventando sempre più impersonale. L’ho voluto io, anche inconsciamente, mi sono rifugiato in un mondo di cellulosa che ho scoperto pian piano, che ho amato ed amo, ma che dopo tante parole riversate su questo confortante spazio virtuale ora ha perso un po’ del suo fascino. Stanchezza, sì. Che nasce da una relazione quasi satura… dev’essere la crisi del settimo anno ridotto al secondo; si sa, son tempi duri questi, come lo sono sempre stati.

Eh, due anni di cazzate sincere.
Due anni oh, mica due giorni. Quante ore sono passate? Quante domande mi sono posto? Quante risposte ho trovato? Quante volte ho sorriso? Quante volte ho bestemmiato? Quanta pioggia mi ha bagnato? Quanto vento mi ha sfiorato? Quanto amore ho dato? Quanto ne ho ricevuto? Quanta paura ho avuto?
Quanta vita ho vissuto?
Quanto.
SONO.
Stato.
Vivo?

7 commenti:

  1. "avrei già in mente quale sarebbe l’ultimo film da recensire, quello definitivo oltre il quale non ci sarebbe più niente da scrivere"

    Esiste un film definitivo? Cazzo! Allora in questi ultimi cinque anni non ho capito nulla della settima arte.

    No comunque tu stai scherzando, oppure non stai scherzando perchè sei posseduto.

    Dammi però la certezza assoluta che il film definitivo non è "2012", sennò ti elimino virtualmente prima che lo farai tu! E' vero che questo mondo di cellulosa virtuale si svolge in uno scenario, che insomma, dal titolo "oltre il fondo" non promette l'empireo di tutti i beati e della candida rosa, ma almeno non si è affondati mai nell'orizzonte delle minchiate di Roberto Giacobbo & Co. :P

    Comunque il blog non lo chiuderai mai, fra un anno starai esattamente al punto di partenza, non puoi sopprimere te stesso per quanto il tuo "io" si sia impersonificato.

    E poi non è il fascino che tu provi per la tua creatura che fa andare avanti il blog, tsè.

    RispondiElimina
  2. Ehehe, il film definitivo è... no, non te lo dico. Comunque è definitivo perché è stato quello più mi ha sconvolto, non c'è nient'altro come quel film che abbia superato il fondo (!). Ti dirò che è italiano e che parecchio tempo fa ne avevamo anche parlato (se non sbaglio). Poi ovvio, domani potrei vederne uno ancora più "oltre", ma ne dubito. Si tratterebbe di una degna conclusione, che spero prima o poi arrivi perché ho sempre più paura di incatenarmi a questo spazio virtuale. Il fatto è che faccio sempre più fatica ad aprire un foglio word e scrivere, ma al contempo mi sento un po' in colpa se non lo faccio.

    Probabilmente hai ragione te: fra un anno sarò ancora al punto di partenza, con buona pace di Giacobbo che oltre il fondo c'avrebbe visto Atlantide, gli alieni o entrambe le cose.

    In ogni caso ti premierò con l'oltrefondino d'oro visto che sei il mio lettore di più vecchia data, ora mi scappa la lacrimuccia :'(

    RispondiElimina
  3. Oh! Il film forse l'ho capito! C'entra Garrone.

    Comunque di film "oltre", penso ci saranno sempre da vedere, soprattutto da ricercare nel passato. La tua è una scelta drastica nel caso, in questo senso, ricordatelo.

    Non capisco invece quando dici che hai paura di incatenarti con questo spazio virtuale! Forse perché tu lo aggiorni più spesso (?) In questo senso potrei capire. Hai un legame più stretto e coerente, diverso dal mio.
    Ma il problema principale penso sia comune, perché anch'io ne farei allegramente a meno se solo qualcuno nella vita reale fosse degnamente e seriamente interessato a quello che "vedo" nei film senza passare per un'invasato e un essere socialmente inclassificabile e quindi reietto :)

    Bello l'oltrefondino d'oro! Anche se preferirei non riceverlo mai!

    RispondiElimina
  4. Nono Garrone non c'entra, andiamo più indietro nel tempo. Se non ricordo male mi dicesti che tale film non l'avresti mai visto perché era troppo "tosto"...

    Hai capito bene la questione del legame, vorrei staccare a volte ma alla fine ci ritorno sempre.
    Sì, siamo reietti :p, pensa che nessuno dei miei amici e/o famigliari è a conoscenza di questo blog, sono sicuro che non capirebbero.

    RispondiElimina
  5. Ora mi è tutto chiaro! Non lo dico per rispetto degli altri lettori :) Si in effetti potresti avere ragione, se consideriamo il cinema italiano e soprattutto la sua politica, è un film decisamente "definitivo", una trivella sullo stomaco per quel poco che ho visto e sentito. Comunque lo vedrò assolutamente! Avevo detto "mai"? Che cosa brutta da dire! Spregevole! Si vede che da quando l'ho detto sono maturato, per fortuna.
    Aspetto solo il momento giusto, in particolare quell'autore lì vorrei approfondirlo di più prima di arrivare al suo ultimo film compiuto, ecco.

    RispondiElimina
  6. "pensa che nessuno dei miei amici e/o famigliari è a conoscenza di questo blog, sono sicuro che non capirebbero."

    si appunto! Credo sia una cosa di "norma".

    RispondiElimina
  7. "Aspetto solo il momento giusto, in particolare quell'autore lì vorrei approfondirlo di più prima di arrivare al suo ultimo film compiuto, ecco."

    Idem. Per l'autore in questione poi essendo stato così poliedrico, le fonti da cui attingere sono molitssime!

    RispondiElimina