Grande Mario Bava!
Prima di bamboline accompagante da sinistre litanie e prima ancora di pittori maledetti, c’ era questo “artigiano” del cinema.
Anticipatore di mode, il suo Reazione a catena (1971) è il primo slasher movie della storia; dotato di grande ingegno, Mussolini lo premiò con una medaglia al valore per aver filmato una chiesa crollare durante un terremoto, ma in realtà Bava non si era mosso da casa sua, aveva semplicemente messo la foto della chiesa dentro una bacinella piena d’acqua e olio; precursore del genere horror nel nostro paese, Bava non fu apprezzato in Italia tanto quanto lo è stato in America e in Francia.
I tre volti della paura è un gran film, tenendo conto che è stato girato nel ’63 posso dire che dà tranquillamente dei giri a alle super produzioni americani. Vedetelo da soli al buio e poi venitemi a dire.
I tre volti della paura è un gran film, tenendo conto che è stato girato nel ’63 posso dire che dà tranquillamente dei giri a alle super produzioni americani. Vedetelo da soli al buio e poi venitemi a dire.
Il telefono è il primo episodio. Ottimo. Con tre attori e un telefono Bava crea una suspance che si taglia col coltello. Rosy riceve delle telefonate anonime da un maniaco che la minaccia di morte, spaventata chiede aiuto ad una sua amica con la quale aveva litigato (anche se il rapporto tra le due forse andava oltre l’amicizia). Nel frattempo il suo ex-uomo è uscito di prigione ed è venuto a cercarla assetato di vendetta. Tutti i sospetti cadono su di lui, ma in realtà è uno scherzo dell’amica che cercava un pretesto per riavvicinarsi a Rosy. Solo uno dei tre rimarrà in vita. Tutta l’azione si svolge all’interno della casa di Rosy eppure non annoia. Semplice ma geniale.
Wurdulak è il secondo episodio. È il più lungo, e probabilmente quello che è stato più impegnativo da girare date le scenografie. Vladimir arriva in una casa dispersa nella brughiera, in cui vi abita una famiglia che terrorizzata attende l’arrivo del padre (interpretato da un grandissimo Boris Karloff). Ma quest’ultimo è diventato un Wurdulak, ossia un vampiro assetato di sangue.
Wurdulak è il secondo episodio. È il più lungo, e probabilmente quello che è stato più impegnativo da girare date le scenografie. Vladimir arriva in una casa dispersa nella brughiera, in cui vi abita una famiglia che terrorizzata attende l’arrivo del padre (interpretato da un grandissimo Boris Karloff). Ma quest’ultimo è diventato un Wurdulak, ossia un vampiro assetato di sangue.
Non sono una grande fan dei film in costume, ma devo ammettere che qui (e siamo nel 63, bisogna ricordarlo!!) le atmosfere alla Poe sono rese bene, e poi il bambino inginocchiato davanti alla porta mi ha gelato il sangue.
Infine La goccia d’acqua. Cazzarola questo episodio fa davvero paura. Hellen viene svegliata nel cuore della notte per vestire una medium morta (un lavoro poco invidiabile il suo...). Solo che avrà la brillante idea di fregarle l’anello.
Infine La goccia d’acqua. Cazzarola questo episodio fa davvero paura. Hellen viene svegliata nel cuore della notte per vestire una medium morta (un lavoro poco invidiabile il suo...). Solo che avrà la brillante idea di fregarle l’anello.
Grande Bava a creare con le luci verdi e rosse un’atmosfera gotica molto suggestiva. Il viso della medium morta è quanto di più inquietante si possa vedere, i denti giallognoli digrignati, gli occhi sbarrati e i capelli bianchi ritti come aghi… brrrrrr… ho i brividi ancora adesso. Forse l’episodio migliore, nonché il più breve.
Il finale è una chicca, perché vediamo Karloff mostrarci il trucco del cavallo che corre (ed è geniale ve lo assicuro), quasi a sdrammatizzare l’atmosfera di angoscia e di orrore che si era creata fino a quel momento.
CULT!
Il finale è una chicca, perché vediamo Karloff mostrarci il trucco del cavallo che corre (ed è geniale ve lo assicuro), quasi a sdrammatizzare l’atmosfera di angoscia e di orrore che si era creata fino a quel momento.
CULT!
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