giovedì 20 dicembre 2007

L' Atalante

Buñuel disse: Il cinema può andare avanti quanto vuole, ma non supererà mai e forse nonraggiungerà mai un film come "L'Atalante", un'opera dove c'è già dentro tutto. Per Enrico Ghezzi L’atalante è straordinariamente perfetto, non per niente la sigla del suo Fuori orario riprende una scena del film. Scartabellando alcuni siti leggo ovunque che è considerato uno dei massimi capolavori del cinema di tutti i tempi.
Che cosa posso dire io?
Vado per gradi.
Innanzitutto devo contestualizzare il film, ossia devo giudicarlo all’interno del proprio genere e periodo storico, anche se ho scarse conoscenze di entrambe le cose, inoltre devo pensare con la mia testa, cerco sempre di farlo, ma mai come in questo caso mi viene difficile, un po’ perché non sono in grado di fare paragoni con altri film di quell’epoca e un po’ perché L’Atalante ha una fama non da poco.
Parto con la trama: Juliette, una semplice ragazza di campagna, sposa Jean, capitano di un barcone chiamato L’atalante e aiutato nella conduzione di esso da un giovane mozzo e da papa Jules (quel “papa” mi convince poco, deve essere una sciagurata traduzione italiana). L’iniziale felicità di Juliette dovuta al matrimonio, viene velocemente sostituita dalla noia causata dalla vita non proprio esaltante sulla chiatta. Attirata dalle “sirene” di Parigi, la ragazza, dopo un litigio con Jean, scapperà dalla barca per recarsi nella grande città. Jean cade in depressione , trascurando il lavoro e se stesso. Papa Jules, preoccupato delle condizioni del suo padrone, si mette in cerca di Juliette, e dopo averla ritrovata la riporta sull’Atalante dal suo amato Jean.

Bene. Ora alcune considerazioni.
Questo film è semplicemente una storia d’amore che ha come filo conduttore l’acqua. Oltre che essere teatro (il fiume) delle vicende amorose dei due, l’acqua rappresenta lo strumento che “immobilizza” l’amore, che lo rende eterno. Quando Jean si tuffa nel fiume vede Juliette vestita da sposa fluttuare nell’acqua, in quell’istante l’acqua è il mezzo per cui l’amore di Jean diventa immortale nei confronti di Juliette; anche quando la ragazza fa il suo ritorno alla barca, Jean esorta il mozzo a portargli un secchio con dell’acqua per lavarsi.
Oltre alla scena citata qua sopra (che poi è la sigla di Fuori orario), mi ha colpito una sequenza che definire splendida è riduttivo. La macchina da presa si alterna tra la camera da letto di Jean sulla chiatta, e quella di Juliette a Parigi. Entrambi vanno a letto da soli, e durante il sonno tra una dissolvenza e l’altra con un sottofondo di archi vediamo i corpi dei due muoversi in sincronia, la mano di Jean sul suo petto è la stessa di Juliette sul suo seno, nonostante siano lontani sono ancora più vicini di quanto credono, grande, grandissima scena, me la sono rivista un paio di volte.
Un’ultima cosa: la versione originale del film è stata perduta durante la guerra, nel corso degli anni si sono susseguite varie versioni più o meno fedeli all’originale, io ne ho vista una doppiata, neanche malissimo, in italiano, ovviamente come per tutti i film penso sia sempre meglio gustarseli in lingua originale.

Ok. Adesso tiro le somme.
Non mi piace per niente dare un voto ad un film, e non lo farò neanche in questo caso, il blog è mio e ci scrivo quello che voglio (che despota che sono!), se qualcuno mi chiedesse: "Senti un po’... ma 'sto film qua me lo consigli?” Ovviamente non risponderei con un laconico sì/no, per me che sono nato nel 2000, dove ogni cosa è già stata scritta o filmata, è sempre più difficile che un film riesca a sorpendermi, se si vede l’opera di Vigo come una semplice storia d’amore allora direi all’amico che mi ha chiesto un consiglio di guardarsi Titanic (1997), ma pensare a L’Atalante in questi termini è riduttivo, come ho detto all’inizio bisogna contestualizzare il film, calarsi in quell’epoca, e allora si può capire, come dice Ghezzi, che L’Atalante è semplicemente: l'amore nel cinema, l'amore del cinema, il cinema dell'amore.

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