giovedì 27 dicembre 2007

Nonostante tutto


Bella frase questa, già.
Nasconde molto più di quanto sembra, nonostante tutto, significa che c’è stato qualcosa prima.

Nonostante tutto.

A volte mi soffermo a leggere le parole, e mentre lo faccio mi accorgo che perdono di significato, nonostante, nonostante, nonostante, nonostante, nonostante, nonostante. Non ha più senso.

Questa è una di quelle frasi che si dicono solo in certe occasioni, poi ti penti, ma quando t’intestardisci non c’è niente da fare, lo devi dire, perché se no ti resta dentro, e non vuoi che accada. Non volevi che accadesse neanche ciò che è successo prima di “nonostante tutto”, ma è la vita, almeno così ti dicono gli amici, non sei né il primo né l’ultimo, aggiungono. Poi ci sta una pacca sulla spalla. E poi?

Poi un cazzo.
Anzi poi sono cazzi. Tuoi per giunta, mica degli amici. Tanto il telefono mica squilla. Poverino il telefono, prima è lì che quasi non riesce a vivere da quanto vibra e poi di botto c’è solo il 404 a smuoverlo un po’. Brutta la vita dei cellulari, sono dei testimoni silenziosi, se potessero parlare ne avrebbero di cose da dire, invece fanno delle brutte morti, disintegrati contro un muro. Perché poi si lancia un cellulare?

Perché è successo qualcosa, già. Qualcosa succede sempre, e quando meno te lo aspetti tra l’altro, se tipo viaggi a 200 all’ora in macchina mica ci pensi che potrebbe bucarsi una ruota, se succede ti devi fermare.
Stop.
Fine della corsa, nonostante tutto il viaggio è stato bello.
Che poi di viaggi ne farai altri, questo è fuor di dubbio, però durante quel viaggio, in cuor tuo sapevi che sarebbe finito prima o poi, però speravi che durasse ancora a lungo… guardi la gomma a terra e fai spallucce. Tanto c’è un amico che ti dice che c’è un gommista lì vicino, sì ok, tanto metti su il ruotino, poi si vedrà.

Puoi prenderti una macchina nuova, sì ma non sarà come quella vecchia, forse sarà meglio o forse sarà peggio. Sicuramente sarà diverso

Prima di montare il ruotino però guardi il tuo amico, ma lo guardi proprio, cioè non è che gli dai uno sguardo, gli entri dentro con gli occhi, e le parole che ti escono non sembrano venir fuori dalla tua bocca.

Bocca, bocca, bocca, bocca, bocca, bocca, bocca, bocca, bocca, bocca. Non ha più senso.

Magari piove anche, in questi casi piove sempre, e tu sei lì col ruotino in mano che guardi il tuo amico, anche lui ti guarda, però un po’ se ne sbatte, cioè la macchina non è la sua, basta che lo riporti a casa e poi va bene, beh una pacca sulla spalla te la da, quella ci sta sempre, forse ti da una mano a montarlo anche. Il bello è che poi qualche anno dopo tirerà fuori il discorso dicendo che se non c’era lui rimanevate lì sotto la pioggia. Tu ridi, ma solo perché è tuo amico, tanto lo sai che si sta sotto la pioggia tutta la vita.
Quindi sei lì, inginocchiato col cric in mano che guardi il tuo amico, la pioggia che gli rimbalza addosso sembra che crei un’aura intorno a lui, in fondo è l’unica ancora di salvezza che hai nella bufera. Tu sei inginocchiato, e lui è in piedi, e allora gli poni non una, ma LA domanda:

"Ma quanto è distante il prossimo gommista?"

È vicino ti risponde. Ma in realtà non lo sa neanche lui.

Nonostante tutto, nonostante ti abbia detto che il gommista era vicino, resterete amici.

E la macchina?

Lei ti ha tradito, eppure ti fidavi così tanto di lei. Ha rischiato di ammazzarti.
Eppure.
Eppure non riesci ad odiarla, nonostante tutto le vorrai sempre bene.

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