Che stranezza questo lungometraggio del 1996 di Ulrich Seidl… Difficilmente inquadrabile, dal taglio documentaristico, ostico nella sua comprensione, non esiste una trama: sono soltanto tanti frammenti uniti tra loro. In queste schegge vengono riprese persone della middle-class (e anche più sotto) austriaca che vivono con, e PER, gli animali. Soprattutto cani, ma anche gatti, conigli e furetti. L’animale domestico viene coccolato e strapazzato da questi individui che sono sempre brutti, vecchi, obesi… poveri, anche se non viene mai fatto cenno alla loro situazione economica, ma soprattutto soli. Come riporta la tagline del dvd, queste persone desiderano amare a causa della loro condizione. Ma ciò che emerge, è, almeno secondo una mia interpretazione, una solitudine sociale, una mancanza di vita al di fuori delle quattro mura di casa. E così anche la coppia scambista che cerca annunci sul giornale finisce per fare sesso da sola. Sembra non esserci altri mondi al di fuori del loro mondo. Animal Love potrebbe anche essere considerato un film corale al pari di Canicola (2001), opera che indaga nuovamente le abitudini della borghesia viennese, ma non sono riuscito a ravvisare nessun filo logico che lega i vari personaggi tra di loro, a parte l’amore per gli animali, ovviamente. (allora è un film corale? Boh, non credo sia molto importante).
La regia di Seidl è quantomeno bizzarra: totale assenza di sonoro, inquadrature fisse con due persone sulla scena di cui una è spesso relegata sullo sfondo, immobile; e rare riprese di ambienti esterni.
L’impressione è che ciò che racconta in circa due ore poteva essere riassunto nell’incipit che precede i crediti iniziali: un tizio che si azzuffa scherzosamente col suo cane. Praticamente questo frame viene ripetuto in loop, con situazioni e location diverse, fino alla conclusione del film. Un po’ pochino.
Tra l’altro alcune sequenze sono volutamente ammiccanti (come la donna che riceve lettere d’amore, ma che se la spassa col suo husky), e se nell’intenzione del regista c’era quello di dare vita ad un chissà quale sottotesto, il tentativo non va proprio a buon fine perché si sente un vago odore di morbosità gratuita.
Eppure c’è un qualcosa che continua a non farmi disprezzare questo regista, sarà quella specie di estasi della bruttezza, o la scelta pasoliniana di affidare i vari ruoli ad attori non professionisti…
Provate voi a dare un giudizio, ce n’è bisogno.
La regia di Seidl è quantomeno bizzarra: totale assenza di sonoro, inquadrature fisse con due persone sulla scena di cui una è spesso relegata sullo sfondo, immobile; e rare riprese di ambienti esterni.
L’impressione è che ciò che racconta in circa due ore poteva essere riassunto nell’incipit che precede i crediti iniziali: un tizio che si azzuffa scherzosamente col suo cane. Praticamente questo frame viene ripetuto in loop, con situazioni e location diverse, fino alla conclusione del film. Un po’ pochino.
Tra l’altro alcune sequenze sono volutamente ammiccanti (come la donna che riceve lettere d’amore, ma che se la spassa col suo husky), e se nell’intenzione del regista c’era quello di dare vita ad un chissà quale sottotesto, il tentativo non va proprio a buon fine perché si sente un vago odore di morbosità gratuita.
Eppure c’è un qualcosa che continua a non farmi disprezzare questo regista, sarà quella specie di estasi della bruttezza, o la scelta pasoliniana di affidare i vari ruoli ad attori non professionisti…
Provate voi a dare un giudizio, ce n’è bisogno.
terribile seidl. ferisce e disgusta.ferisce perchè disgusta. qui di amore non ce n'è mai arrivato,solo degrado e miseria sociale(altro che middle class).pasoliniano certo.
RispondiEliminai bassifondi indagati da una prospettiva interessantissima.
i diseredati della vicina austria,che potrebbe essere ovunque in quest'epoca,ma anche zone (in-umane) di resistenza intrinseca, resa esplicita da precisi enunciati politici fatti recitare dai non-attori. la scena finale del cane costretto al tapis roulant può bastare per tutto il film.
E vedrai di quanto sia bravo Seidl a ferire e disgustare. Soprattutto nella prima azione lacerante è uno che riesce a penetrare nei sepolcri imbiancanti della gente "perbene" e a restituire con un distacco allarmante la vita purulenta che queste persone conducono.
RispondiEliminaTi dico che secondo me Animal Love è uno dei suoi film minori, quindi fai un po' te.