Archeologo risveglia un demone che da secoli dormiva beatamente. Sfiga vuole che la sua tana sia proprio sopra un liceo. Per alcuni studenti saranno cazzi amari.
Se non avessi letto l’anno di uscita, 1990, avrei asserito con sicurezza che Hiruko the goblin fosse un film precedente a Tetsuo (1989), ma di parecchio anche. Se con le avventure dell’uomo d’acciaio Tsukamoto aveva dato vita ad uno dei peggiori incubi su celluloide mai visti, con questo film rientra nei binari della normalità con un horror “leggero” condito da un pizzico di ironia mista a romanticismo. Non un granché in effetti, ma nonostante qualche caduta di stile (pessimo sonoro, sembra di essere in un videogioco anni ’90), il film si assesta su un livello di accettabilità grazie al ritmo forsennato e alla simpatia dei due protagonisti che paiono usciti dritti dritti da un manga.
In più non sono da sottovalutare alcune trovate di Tsukamoto che impreziosiscono la pellicola. Ho gradito, ad esempio, il fatto di non mostrare, per buona parte del film, il goblin, ma di renderlo al meglio con inquadrature accelerate in soggettiva. Meritano anche le apparizioni del ragno con la testa di donna ed il suo metodo per indurre le persone al suicidio, senza dimenticare la nenia da lei cantata, vero leitmotiv del film.
Finché i protagonisti si muovono all’interno della scuola, la tensione si registra su livelli abbastanza soddisfacenti, una volta usciti dall’edificio per entrare nella caverna, la pellicola scade un pochino, complici un paio di SFX datati (quei mostrilli non si possono vedere) e un finale telefonato già a metà film con le rivelazioni del bidello – ottimo personaggio questo, la sua morte è una delle cose migliori in assoluto – che creano un collegamento fra Hiruko e l’opera prima del regista nell’ottica della trasformazione. Anche se qui l’accenno e più flebile e non di primaria importanza, il giovane Masao si trasforma soffrendo, con quei volti marchiati sulla schiena, al pari del suo “collega” fatto di tubi e ferro.
Anche se sono all’inizio della filmografia di Tsukamoto mi sento di dire che Hiruko the goblin può essere considerata come un’opera minore, ma qualche appassionato di j-horror potrebbe apprezzare.
In Italia la Raro Video ha distribuito il dvd in lingua originale con sottotitoli in italiano.
Se non avessi letto l’anno di uscita, 1990, avrei asserito con sicurezza che Hiruko the goblin fosse un film precedente a Tetsuo (1989), ma di parecchio anche. Se con le avventure dell’uomo d’acciaio Tsukamoto aveva dato vita ad uno dei peggiori incubi su celluloide mai visti, con questo film rientra nei binari della normalità con un horror “leggero” condito da un pizzico di ironia mista a romanticismo. Non un granché in effetti, ma nonostante qualche caduta di stile (pessimo sonoro, sembra di essere in un videogioco anni ’90), il film si assesta su un livello di accettabilità grazie al ritmo forsennato e alla simpatia dei due protagonisti che paiono usciti dritti dritti da un manga.
In più non sono da sottovalutare alcune trovate di Tsukamoto che impreziosiscono la pellicola. Ho gradito, ad esempio, il fatto di non mostrare, per buona parte del film, il goblin, ma di renderlo al meglio con inquadrature accelerate in soggettiva. Meritano anche le apparizioni del ragno con la testa di donna ed il suo metodo per indurre le persone al suicidio, senza dimenticare la nenia da lei cantata, vero leitmotiv del film.
Finché i protagonisti si muovono all’interno della scuola, la tensione si registra su livelli abbastanza soddisfacenti, una volta usciti dall’edificio per entrare nella caverna, la pellicola scade un pochino, complici un paio di SFX datati (quei mostrilli non si possono vedere) e un finale telefonato già a metà film con le rivelazioni del bidello – ottimo personaggio questo, la sua morte è una delle cose migliori in assoluto – che creano un collegamento fra Hiruko e l’opera prima del regista nell’ottica della trasformazione. Anche se qui l’accenno e più flebile e non di primaria importanza, il giovane Masao si trasforma soffrendo, con quei volti marchiati sulla schiena, al pari del suo “collega” fatto di tubi e ferro.
Anche se sono all’inizio della filmografia di Tsukamoto mi sento di dire che Hiruko the goblin può essere considerata come un’opera minore, ma qualche appassionato di j-horror potrebbe apprezzare.
In Italia la Raro Video ha distribuito il dvd in lingua originale con sottotitoli in italiano.
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