venerdì 17 luglio 2009

Aprimi il cuore

Davvero niente male l’esordio cinematografico di Giada Colagrande che con Aprimi il cuore (2002) firma la regia, il soggetto e la sceneggiatura (coadiuvata da Francesco Di Pace). Ed inoltre si cimenta come attrice nel ruolo di Caterina, sorella minore di Maria, prostituta che incontra i suoi clienti in casa mentre Caterina studia. L’equilibrio famigliare viene spezzato dal custode della scuola di danza (Claudio Botosso) che s’innamora di Caterina ed inizia con lei una relazione clandestina, fino a quando Maria non viene a scoprirlo.

Aprimi il cuore è un film povero (non di idee), essenziale, minimalista. Gli ambienti ripresi sono soltanto due: la casa delle sorelle e l’esterno della scuola di danza. Girato in digitale, con inquadrature fisse e un sonoro in “real time”, nel film non sembrano esserci altre realtà oltre a quella delle due sorelle, e difatti tutta l’opera è avvolta da un alone di ir-realtà che in certi passaggi risulta alienante, e alienata, come in alcuni lavori orientali, sempre con le dovute proporzioni ovviamente.
In molti siti, ed anche nel catalogo della Lucky Red 2007, Aprimi il cuore viene etichettato come un film erotico. A mio modo di vedere il sesso non è il focus centrale della pellicola che è sì caratterizzata da parentesi erotiche piuttosto spinte, ma che non costituiscono il suo fondamento.
La sobrietà dell’opera nasconde al suo interno riflessioni che spaziano dalla psicologia alla metafora religiosa con quelle immagini sacre che appaiono e scompaiono durante la proiezione. L’interpretazione di tali riflessioni ha un valore puramente soggettivo, anche perché il film non offre alcuna coordinata, non si schiera dalla parte di nessuno né si mette contro qualcuno o qualcosa. In soldoni: gli amplessi ci sono eccome, ma c’è anche dell’altro.

Se si escludono i rapporti saffici fra le due sorelle che suonano molto gratuiti, la pellicola non scivola nella morbosità pur camminando sull’orlo del precipizio. E questo è il pregio maggiore, visto che si tratta del rapporto fra una diciassettenne e ed un uomo di mezza età c’era il rischio di sprofondare nel mero compiacimento, ma ciò non avviene grazie alla sorprendente interpretazione di Giada Colagrande, al tempo ventisettenne, che si cala nei panni di una adolescente introversa riuscendoci benissimo. Ed allora la relazione con il custode è intrisa di un’intimità e di un romanticismo che risaltano ancora di più se paragonati al mondo che circonda i protagonisti.
Tra l’altro il ruolo di Caterina ha un che di profetico, infatti nel 2005 la Colagrande ha sposato il famoso attore statunitense Willem Dafoe, con il quale ha scritto il suo secondo film: Black Widow (2005).

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