Chissà se nel 1977 Enzo G. Castellari avrebbe mai immaginato che parecchi anni dopo il suo film sarebbe stato riscoperto dalla critica grazie a king Quentin che il prossimo anno dovrebbe deliziarci con Bastardi senza gloria, film che omaggia Quel maledetto treno blindato e cha nel cast annovera attori come Brad Pitt, Tim Roth e Michael Madsen.
Il film di Castellari fu distribuito in America col titolo di Inglorious bastards, titolo che doveva essere lo stesso (tradotto in italiano) anche per il mercato nostrano.
I bastardi senza gloria di cui si parla sono un manipolo di soldati americani disertori che scappano dall’esercito per cercare di raggiungere la Svizzera; nella loro fuga quasi impossibile troveranno difficoltà di ogni tipo tipiche della guerra, e alla fine solo pochi riusciranno a sopravvivere.
I protagonisti della pellicola sono indubbiamente gli americani. Castellari, coadiuvato da Sergio Grieco alla sceneggiatura, tratteggia dei personaggi estremamente stereotipati. Il tenente tutto d’un pezzo, il soldato di colore, il soldato impaurito, il soldato italo-americano che risulta immediatamente il più simpatico e subito ho detto: “Questo alla fine muore sicuro!”. E infatti crepa dopo un inseguimento in moto, ma il suo: ”Very good sticchio”, riferendosi ad una donzella in foto, la pettinatura, e il suo armamentario migliore di quello dell’Ispettore Gadget, l’hanno reso immortale nella mia memoria. Comunque questa marcata caratterizzazione dei personaggi è positiva a mio modo di vedere in quanto nel film sono disseminate situazioni ironiche che reggono grazie alle quasi caricature degli interpreti.
Certo, a vederli questi “bastardi ingloriosi” sembrano un A-team della seconda guerra mondiale perché sbaragliano truppe di tedeschi (addirittura conquistano un castello!) e riescono in qualche modo a farla sempre franca, però non essendo un’opera a tinte drammatiche, seppur trattando temi poco allegri, questa atmosfera chiassosa ci sta alla grande.
Infine devo dire che pur avendo un budget limitato la messa in scena è credibile, basta fare un confronto con La bestia in calore (1977) dove veniva presentato un attentato ad un treno simile a questo per capire quanto il film con Baccaro sia ad un livello di “terzo mondo” in quanto a budget. Non c’azzecca nulla ma questa fuga mi ha ricordato I guerrieri della notte (1979), soprattutto quando il gruppetto si rifocilla nei pressi di un fiume e vede un paio di bionde nude che giocano in acqua, le quali si riveleranno delle tedesche (cosa ci facevano lì?) armate fino ai denti. Magari Walter Hill aveva visto il film di Castellari… mah!
Sarei curioso di sapere che cosa ha spinto Tarantino a ricalcare in parte Quel maledetto treno blindato, non essendo un esperto mi è sembrato un discreto film ma come ce ne sono molti altri… vabbè io di Quentin mi fido incondizionatamente, speriamo che spunti qualche succosa anticipazione che non mancherò di riportare qua.
Il film di Castellari fu distribuito in America col titolo di Inglorious bastards, titolo che doveva essere lo stesso (tradotto in italiano) anche per il mercato nostrano.
I bastardi senza gloria di cui si parla sono un manipolo di soldati americani disertori che scappano dall’esercito per cercare di raggiungere la Svizzera; nella loro fuga quasi impossibile troveranno difficoltà di ogni tipo tipiche della guerra, e alla fine solo pochi riusciranno a sopravvivere.
I protagonisti della pellicola sono indubbiamente gli americani. Castellari, coadiuvato da Sergio Grieco alla sceneggiatura, tratteggia dei personaggi estremamente stereotipati. Il tenente tutto d’un pezzo, il soldato di colore, il soldato impaurito, il soldato italo-americano che risulta immediatamente il più simpatico e subito ho detto: “Questo alla fine muore sicuro!”. E infatti crepa dopo un inseguimento in moto, ma il suo: ”Very good sticchio”, riferendosi ad una donzella in foto, la pettinatura, e il suo armamentario migliore di quello dell’Ispettore Gadget, l’hanno reso immortale nella mia memoria. Comunque questa marcata caratterizzazione dei personaggi è positiva a mio modo di vedere in quanto nel film sono disseminate situazioni ironiche che reggono grazie alle quasi caricature degli interpreti.
Certo, a vederli questi “bastardi ingloriosi” sembrano un A-team della seconda guerra mondiale perché sbaragliano truppe di tedeschi (addirittura conquistano un castello!) e riescono in qualche modo a farla sempre franca, però non essendo un’opera a tinte drammatiche, seppur trattando temi poco allegri, questa atmosfera chiassosa ci sta alla grande.
Infine devo dire che pur avendo un budget limitato la messa in scena è credibile, basta fare un confronto con La bestia in calore (1977) dove veniva presentato un attentato ad un treno simile a questo per capire quanto il film con Baccaro sia ad un livello di “terzo mondo” in quanto a budget. Non c’azzecca nulla ma questa fuga mi ha ricordato I guerrieri della notte (1979), soprattutto quando il gruppetto si rifocilla nei pressi di un fiume e vede un paio di bionde nude che giocano in acqua, le quali si riveleranno delle tedesche (cosa ci facevano lì?) armate fino ai denti. Magari Walter Hill aveva visto il film di Castellari… mah!
Sarei curioso di sapere che cosa ha spinto Tarantino a ricalcare in parte Quel maledetto treno blindato, non essendo un esperto mi è sembrato un discreto film ma come ce ne sono molti altri… vabbè io di Quentin mi fido incondizionatamente, speriamo che spunti qualche succosa anticipazione che non mancherò di riportare qua.
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