“Qui pesce rosso, qui pesce rosso, c’è nessuno in ascolto? Passo…”
Da otto anni John si attaccava alla radio trasmittente nella speranza che qualcuno rispondesse dall’altra parte. Le scorte alimentari ormai erano ridotte all’osso, e da parecchi mesi non sentiva più i compagni della Ribellione, dopo la grande fuga si era asserragliato in casa sbarrando porte e finestre nell’attesa che qualcuno si ricordasse di lui.
Il cielo era solcato da squadriglie di caccia-bombardieri del regime, all’orizzonte si alzavano come funghi vaporosi i fumi dei bombardamenti. Mentre John osservava col binocolo quell’apocalisse suonarono il campanello.
Di scatto prese il suo fucile, poi si acquattò dinanzi alla porta e con voce decisa chiese: ”Chi c’è dall’altra parte?”
Un ragazzetto rispose: “Sì guardi c’è da mettere una firma per un pacco, se mi apre un attimo per favore…c’ho il furgone in doppia fila giù di sotto, se ci sbrighiamo è meglio.”
“Maledetti, mi hanno trovato” Pensò John.
“Mi scusi c’è ancora? Io avrei fretta…”
John fece muovere col dito lo sportelleto dove passano le lettere, il ragazzo si chinò incuriosito, in quell’istante il soldato fece guizzare la baionetta del suo fucile attraverso la fessura che andò ad incastrarsi nell’occhio del giovane, poi premette il grilletto.
Prima di uscire di casa prese con sé lo stretto necessario: una beretta, un coltello, una coperta, del latte in polvere e alcune gallette di mais.
Si lanciò giù dalle scale e arrivato in strada vide che il regime aveva preso il sopravvento, ogni oggetto, dalle auto agli abiti delle persone, dai palazzi e dai gelati che si vendevano nel parco erano di colore viola.
Doveva mettersi in contatto con la Ribellione ad ogni costo, entrò in un bar e chiese dove fosse il telefono. Aveva con sé dei numeri di alcuni suoi compagni, mentre stava inserendo gli spiccioli qualcuno alle sue spalle lo chiamò: “Giacomo…Giacomo sei tu? Santo cielo sono anni che non ti si vede in giro, che fine avevi fatto?”
Il viola che colorava il mondo intorno a lui lentamente svanì, tutto riprese il suo colore naturale: Jhon ritornò Giacomo, non più un soldato ribelle, ma un semplice uomo, non più solo adesso.
Da otto anni John si attaccava alla radio trasmittente nella speranza che qualcuno rispondesse dall’altra parte. Le scorte alimentari ormai erano ridotte all’osso, e da parecchi mesi non sentiva più i compagni della Ribellione, dopo la grande fuga si era asserragliato in casa sbarrando porte e finestre nell’attesa che qualcuno si ricordasse di lui.
Il cielo era solcato da squadriglie di caccia-bombardieri del regime, all’orizzonte si alzavano come funghi vaporosi i fumi dei bombardamenti. Mentre John osservava col binocolo quell’apocalisse suonarono il campanello.
Di scatto prese il suo fucile, poi si acquattò dinanzi alla porta e con voce decisa chiese: ”Chi c’è dall’altra parte?”
Un ragazzetto rispose: “Sì guardi c’è da mettere una firma per un pacco, se mi apre un attimo per favore…c’ho il furgone in doppia fila giù di sotto, se ci sbrighiamo è meglio.”
“Maledetti, mi hanno trovato” Pensò John.
“Mi scusi c’è ancora? Io avrei fretta…”
John fece muovere col dito lo sportelleto dove passano le lettere, il ragazzo si chinò incuriosito, in quell’istante il soldato fece guizzare la baionetta del suo fucile attraverso la fessura che andò ad incastrarsi nell’occhio del giovane, poi premette il grilletto.
Prima di uscire di casa prese con sé lo stretto necessario: una beretta, un coltello, una coperta, del latte in polvere e alcune gallette di mais.
Si lanciò giù dalle scale e arrivato in strada vide che il regime aveva preso il sopravvento, ogni oggetto, dalle auto agli abiti delle persone, dai palazzi e dai gelati che si vendevano nel parco erano di colore viola.
Doveva mettersi in contatto con la Ribellione ad ogni costo, entrò in un bar e chiese dove fosse il telefono. Aveva con sé dei numeri di alcuni suoi compagni, mentre stava inserendo gli spiccioli qualcuno alle sue spalle lo chiamò: “Giacomo…Giacomo sei tu? Santo cielo sono anni che non ti si vede in giro, che fine avevi fatto?”
Il viola che colorava il mondo intorno a lui lentamente svanì, tutto riprese il suo colore naturale: Jhon ritornò Giacomo, non più un soldato ribelle, ma un semplice uomo, non più solo adesso.
Non male!
RispondiEliminaIn linea con le atmosfere "surreali" dei film che sto vedendo ultimamente.
Mah...l'ho scritto parecchi mesi fa e sinceramente non mi piace molto, però vabbè ce l'avevo da parte e l'ho messo.
RispondiEliminaPiuttosto, di che film parli? Sono molto curioso, scusami :)))
Sicuramente non centra nulla, ma il tema dell'uomo rimasto solo e "fuori" non si sa cosa stia accadendo mi ha ricordato il filone di film (anche se tu poi descrivi uno scenario di guerra) tipo "L'ultimo uomo sulla terra", "io sono leggenda", "L'esercito delle 12 scimmie", 1975:occhi bianchi sul pianeta terra", "28 giorni dopo", "E venne il giorno" tutti film che avevo perso e che ho visto in questi giorni.
RispondiEliminaA proposito di film: non dire che sei proprio un ignorante in materia! ho letto molte delle tue recensioni e devo dire che ci capisci e come!
P.S. il morso del nano(?)-bambino(?)al seno della madre in "Zombie Horror" ha segnato la mia adolescenza! Ho letto anche la tua top-ten film e siccome almeno la metà non li ho visti, credo che appena avrò tempo mi aggiornerò.
Ti ringrazio molto ma ribadisco che le mie sono solo impressioni da semplice spettatore.
RispondiEliminaGrandissimo se hai visto Le notti del terrore, sei già un mio super-amico! :))))