Il 27 Dicembre scorso parlando di Cannibal ferox (1981) affermavo che non avrei mai più visto un cannibal-movie.
A quasi un anno di distanza mi sono rimangiato queste parole senza una ragione particolare. Quando la scritta Eaten alive! campeggiava sul mio schermo era ormai troppo tardi. Una piccola motivazione è che mi interessava vedere Paola Senatore recitare con altri attori, e non soltanto con i membri di essi, visto che ricevo molti contatti giornalieri grazie a lei. La regia è sempre di Lenzi che ricicla la morte di una ragazza dal primo film sui cannibali ovvero Il paese del sesso selvaggio (1972 - Dovrei vedermi pure questo? Mmm… magari se ne parla tra dieci mesi). Nel cast anche Robert Kerman (Richard Bolla per chi bazzica il mondo hard) e un’impalpabile Janet Agren.
Un uomo dai tratti somatici indigeni uccide a colpi di cerbottana alcune persone a New York e dintorni. Dopo essere stato investito da un camion la polizia trova nelle sue tasche un filmino e il nome di una donna: Diana Morris (Paola Senatore), scomparsa da parecchio tempo. Così viene chiamata in causa la sorella Sheila (Agren) che visto il filmino in cui è ripresa la sorella in un rito tribale effettuato da una specie di setta, parte alla volta della Guinea per recuperare Diana. Nella giungla viene aiutata da Mark per raggiungere il villaggio della congrega. Quando vi giungono capiscono che il santone è solo un folle e tentare la fuga è pericoloso perché intorno è pieno di cannibali.
È un cannibal-movie con tutti i pregi (pochi) e i difetti (molti) che ne conseguono. Come tutti i suoi “simili” non riesce a scrollarsi di dosso alcuni cliché che all’esterno risultano datati e di cattivo gusto. Parlo ovviamente della violenza gratuita sugli animali goffamente aggiunta in fase di montaggio come sempre accade in queste pellicole. Quindi dico “no grazie” a coccodrilli spellati come mele e privati del cervello tramite un affilato coltello.
L’originalità non era cosa nota per Deodato e Lenzi che procedono per stereotipi: i cannibali sono cattivi. Gli occidentali pure ma qualcuno si salva. I buoni se la dovranno vedere con i cannibali che restano sempre brutti e cattivissimi. Fine. Che noia.
Il tasso di splatter è minore e concentrato alla fine che se no di cannibali se ne erano visti pochi. Tralascio gli sfx, e vabbè i tempi erano quelli che erano, il budget pure, ma in Cannibal Holocaust (1980) sono superiori a questo dove, ad esempio, alla Senatore viene staccata una gamba ma si capisce subito che l’ha infilata nel terreno fino al ginocchio. Intanto il cannibale si gusta la tibia di un manichino, contento lui!
Ovviamente non manca una “bella” evirazione in primo piano e l’asportazione di una tetta ai danni della Senatore che 5 anni dopo le tette le userà in ben altra maniera nel mitico Non stop, sempre buio in sala (1985).
Per i fan del cannibal (ma esistono??) consigliato, per tutti gli altri meglio starne alla larga.
A quasi un anno di distanza mi sono rimangiato queste parole senza una ragione particolare. Quando la scritta Eaten alive! campeggiava sul mio schermo era ormai troppo tardi. Una piccola motivazione è che mi interessava vedere Paola Senatore recitare con altri attori, e non soltanto con i membri di essi, visto che ricevo molti contatti giornalieri grazie a lei. La regia è sempre di Lenzi che ricicla la morte di una ragazza dal primo film sui cannibali ovvero Il paese del sesso selvaggio (1972 - Dovrei vedermi pure questo? Mmm… magari se ne parla tra dieci mesi). Nel cast anche Robert Kerman (Richard Bolla per chi bazzica il mondo hard) e un’impalpabile Janet Agren.
Un uomo dai tratti somatici indigeni uccide a colpi di cerbottana alcune persone a New York e dintorni. Dopo essere stato investito da un camion la polizia trova nelle sue tasche un filmino e il nome di una donna: Diana Morris (Paola Senatore), scomparsa da parecchio tempo. Così viene chiamata in causa la sorella Sheila (Agren) che visto il filmino in cui è ripresa la sorella in un rito tribale effettuato da una specie di setta, parte alla volta della Guinea per recuperare Diana. Nella giungla viene aiutata da Mark per raggiungere il villaggio della congrega. Quando vi giungono capiscono che il santone è solo un folle e tentare la fuga è pericoloso perché intorno è pieno di cannibali.
È un cannibal-movie con tutti i pregi (pochi) e i difetti (molti) che ne conseguono. Come tutti i suoi “simili” non riesce a scrollarsi di dosso alcuni cliché che all’esterno risultano datati e di cattivo gusto. Parlo ovviamente della violenza gratuita sugli animali goffamente aggiunta in fase di montaggio come sempre accade in queste pellicole. Quindi dico “no grazie” a coccodrilli spellati come mele e privati del cervello tramite un affilato coltello.
L’originalità non era cosa nota per Deodato e Lenzi che procedono per stereotipi: i cannibali sono cattivi. Gli occidentali pure ma qualcuno si salva. I buoni se la dovranno vedere con i cannibali che restano sempre brutti e cattivissimi. Fine. Che noia.
Il tasso di splatter è minore e concentrato alla fine che se no di cannibali se ne erano visti pochi. Tralascio gli sfx, e vabbè i tempi erano quelli che erano, il budget pure, ma in Cannibal Holocaust (1980) sono superiori a questo dove, ad esempio, alla Senatore viene staccata una gamba ma si capisce subito che l’ha infilata nel terreno fino al ginocchio. Intanto il cannibale si gusta la tibia di un manichino, contento lui!
Ovviamente non manca una “bella” evirazione in primo piano e l’asportazione di una tetta ai danni della Senatore che 5 anni dopo le tette le userà in ben altra maniera nel mitico Non stop, sempre buio in sala (1985).
Per i fan del cannibal (ma esistono??) consigliato, per tutti gli altri meglio starne alla larga.
sei stato linkato!
RispondiElimina...sembra quasi una condanna ^^
Anche te :p
RispondiEliminaHo comprato e visto Cannibal holocaust incuriosito dalla pubblicità in copertina che lo presentava come un vero documentario censurato e bandito in tantissimi paesi del mondo. Il film non è che sia stato granchè, qualche scena (animali etc.) fa schifo davvero però merita una visione se non fosse per vedere quella faccetta da cazzo di barbareschi giovane!
RispondiEliminaSarei curioso un giorno di leggere una tua recensione su un film normale per vedere come te la cavi, tipo vai al cinema ne vedi uno e poi ci scrivi su. Sarebbe interessante perchè sui "generi" sei gamba e vorrei leggerti su un film "banale".
RispondiEliminaBarbareschi mi sta antipatico a morte, tra l'altro avevo letto che lui rinnega questo film!
RispondiEliminaPer quanto riguarda il tuo secondo post...diciamo che io sono un onnivoro di cinema, vedo assolutamente di tutto. Qui sul blg commento questi film perchè sono certo che avaranno più visibilità, cioè se scrivo qualcosa su Hancock finirà dipserso nell'oceano della rete. Facendo così perdo il confronto con le persone,visto che sono titoli sconosciuti ai più,però acquisto notorietà :p
L'unico film che puoi trovare qui visto al cinema e subito dopo commentato è La promessa dell'assassino di Cronenberg.