giovedì 23 ottobre 2008

Padre nostro


Il mondo per lei è oltre quella pellicola di plastica attaccata a del cartone colorato che la inscatola proteggendola, ma è così sottile questo involucro che quando sente cigolare la porta della sua cameretta inizia a pregare stringendo forte il rosario tra le manine di plastica.
Il mostro entra silenziosamente trascinandosi sulle molli gambe, e le flaccide braccia lungo i fianchi. Dalla sua bocca, da cui gorgoglia della bava bianca, escono sempre le stesse identiche parole: ” Sono venuto a rimboccarti le coperte...”
È solo a quel punto che la piccina comincia la sua preghiera.

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,

I viscidi tentacoli del mostro s’insinuano sotto le coperte lambendo il pigiamino di stoffa ricamata, la lingua rosea e appuntita inizia a ripulire la bava che aumenta spropositatamente sulle sue labbra. Scivola come un mollusco dentro al letto, il respiro si fa affannoso tanto che la piccola quasi non riesce a respirare dal fetore di alcool che sprigiona il suo alito, allora lei chiude i suoi occhi azzurri di ceramica e continua a pregare.

venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.

“Adesso arriva il trenino per la mia bambolina.” La voce del mostro è spezzata, singhiozza, sembra quasi che soffra, i pori dai quali spurgano matasse di pus giallo pulsano come cuori impazziti, il suo esile corpo è teso. “Ciuff, ciuff, arriva…arriva”.
Lei non apre gli occhi, sgrana il rosario e prosegue la sua preghiera.

Dacci oggi
il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori

Ora l’essere spregevole emette versi che non provengono da questo mondo, si muove freneticamente tenendo ben salde le sue dita palmate sul materasso, ogni tanto abbassa il collo sottile leccando il viso della piccola dal mento alla fronte e viceversa, sfregando sulla plastica liscia.
“Ti piace il trenino vero?Ti piace eh?”. Il suo è un sussurro, ma ha la potenza di un boato.
L’ultimo urlo è dirompente, accumula tutta l’energia che gli rimane e la concentra nel bacino, dando un’ancata poderosa che fa sbattere la spalliera del letto contro il muro, poi si affloscia svuotato sul corpicino della bambola come una medusa sulla risacca.
Per la piccola non è ancora arrivato il momento di rivedere la luce.

e non ci indurre in tentazione

“Non spaventarti, io lo faccio perché ti voglio bene, ricordatelo, ti voglio tanto bene.”
Il mostro si rialza a fatica e scende dal letto tirando un gran respiro con i suoi polmoni marci, esce dalla stanza lasciando dietro di sé una scia appiccicosa come quella di una lumaca.
Solo in quel momento la bambolina riapre gli occhi e allenta la morsa delle mani, le palline del rosario hanno solcato la sua pelle, il mattino dopo questi segni saranno spariti, quelli nell’anima, invece, resteranno per sempre.

ma liberaci dal male.

Amen

2 commenti:

  1. AMARO! come il tema che tratta. Bel racconto davvero...ti faccio i miei complimenti perchè il tema trattato è uno di quelli davvero delicati che personalmente non digerisco nemmeno al pensiero.

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  2. A me sinceramente non piace molto,l'ho scritto molto tempo fa e a rileggerlo mi sembra vuoto.
    Boh sarà che ho una idiosincrasia verso tutto ciò che scrivo...

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