lunedì 14 dicembre 2009

Next Door

John è stato lasciato da Ingrid. La guarda portare via le sue cose dalla loro casa mentre Åke, il nuovo fidanzato, l'aspetta giù in strada. Preso dallo sconforto, John, fa conoscenza con due donne che abitano affianco a lui. Dapprima lo invitano nel loro appartamento offrendogli da bere e tenendo un atteggiamento ambiguo nei suoi confronti, poi un giorno, la più grande delle due, chiede a John di stare in casa con la più giovane traumatizzata da un evento passato mentre lei esce per far compere. L’uomo accetta senza essere troppo convinto. Nella casa-labirinto delle vicine, la ragazza provoca John al punto che l’uomo inizia a prenderla a pugni per poi farci del sesso.
Qualche giorno dopo l’uomo rientra nella casa delle due ma le cose non sono affatto come sembrano.

Piccolo film norvegese diretto da Pål Sletaune uscito nel 2005 e mai arrivato in Italia.
Piccolo nel minutaggio perché dura poco più di un’ora, ma anche piccolo nella riuscita finale perché il suo strizzare l’occhio a modelli più alti sembra più un tentativo fallito d’imitazione che un sentito omaggio al Lynch di turno.
Beninteso, se rapportato ai film che vorrebbe tendere Naboer (titolo originale) perde sempre, ma se preso nella sua singolarità ha qualche buon momento nonché un discreto finale che colpisce più per come viene mostrato che per la sua costruzione.
Sì perché tutta la narrazione è filtrata attraverso gli occhi di John: in sostanza ciò che noi vediamo è ciò che lui vede o crede di vedere, e così la realtà rappresentata è distorta dal protagonista; una volta capito questo meccanismo la faccenda si fa prevedibile. Il fatto di riuscire ad anticipare la soluzione finale è dovuta anche al personaggio di John che appare talmente fragile ed insicuro da essere (a ragione) il principale indiziato.
E di indizi Sletaune ne semina un po’ ovunque nel film. Fin dai primi istanti con quella gonna strappata, passando per l’armadio che sbarra la porta, arrivando ai piccioni nella stanza.
Collocare tutti i vari pezzi del mosaico non appare cosa semplice, ma forse neanche troppo necessaria. Una volta capito l’inghippo i vari misteri passano in secondo piano.

Next Door può essere un buon antipasto prima di una visione più corposa, ma se a metà film avrete già intuito la soluzione non dite che non vi avevo avvertiti!

16 commenti:

  1. Stai distruggendo ogni mio mito! No, seriamente questo all'epoca l'avevo trovato un capolavoro, chiaramente rivedendolo poco tempo più tardi non ha avuto lo stesso impatto di un tempo tuttavia..sto cominciando a sospettare delle cose poco raccomandabili, disillusione? L'incantesimo si è spezzato? E' finita l'infanzia cinematografica, esiste una meta e perchè non abbiamo più quella luce negli occhi che ci faceva rivestire le cose di un involucro più affascinante?
    Ma fa lo stesso, cerchiamo sempre qualcosa, vediamo come prosegue. Te sempre bene mi pare ;) Bella!

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  2. Occavolo Termo le tue domande mi schiacciano :O, non sono sicuro di aver le risposte... ma spero che non esista una meta dove attraccare ma la possibilità di entrare in porti sconosciuti prima, ricambiando anche le proprie idee. (stamattina sono filosofo)
    E la mia idea su Next Door è diventata modesta perché già a metà avevo intuito la fine; ora non so se la predizione sia un indicatore attendibile nella valutazione di un film, ma m'è un po' "sceso" dopo ciò.
    Bella pe' te ;)

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  3. bè,mi haiincuriosito..me loguardo poi ti dico..ciao..ah,affrontato satantango?

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  4. Ancora no caro brazzz, ho visto in successione: The Outsider e The Prefab People. Poi toccherà ad Almanac of Fall, Damnation e infine Satantango.
    C'è ancora molta molta strada da fare...

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  5. Di solito capire come va a finire dovrebbe essere un buon deterrente, però se lo hai fatto o hai barato o hai visto troppi film! No ok, a me piace il genere, quando la psicologia malata (anche spesso nell'elaborazione del ruolo femminile) si riflette in una rappresentazione del mondo diversa e grottesca, anche senza gli eccessi di Lynch, direi più come un Cronenberg Ballardiano di Crash (altro capolavoro dei bei tempi) Sullo stesso tema di Naboer (Next Door) c'è Chasing Sleep, con Jeff Daniels. Apprezzami le citazioni ti prego! ;) Ciao!

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  6. No! Sono onesto nei confronti dei film perché barando tradirei me stesso (ho iniziato la giornata filosofeggiando e mi sembrava doveroso concluderla in egual maniera). Comunque sì, no, ho visto film a iosa, ma ho anche letto parecchi Dylan Dog in cui l'espediente "era tutto un'illusione" viene usato - ahimè - spesso.

    By the way, il film in questione non è da sottovalutare sotto l'aspetto da te sottolineato. Il fatto che l'uomo proietti mentalmente DUE donne potrebbe essere indicativo di un qualcosa che sicuramente implicherà tot teorie del buon vecchio Sigmund. Teorie che fra le altre cose dovrei conoscere a menadito visto che le studio (dovrei, forse...) di sovente.

    E non solo apprezzo le citazioni (Crash lo metto tra i most disturbing movies), ma rilancio con un altro film che potrebbe interessarti poiché quello che tu hai ricordato non lo conosco ed io non posso fare una figura così barbina in quanto Re indiscusso (ma discutibile) del blog.
    Trattasi de La casa del tappeto giallo di Carlo Lizzani. Molto ma molto più "rustico" rispetto a queste opere, ma accativante, almeno un pochetto. Ovviamente la recensione la trovi qui(brutta recensione eh, perché a quel tempo ero preso più a far vedere che guardavo film strambi piuttosto che esternare le mie impressioni).
    Ciao!

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  7. Non posso che concordare con la tua recensione. Accennare al precario stato mentale del protagonista già nei minuti iniziali è errore fatale, lo spettatore più smaliziato non avrà problemi a capire la verità. Detto questo, il film ha dalla sua un buon ritmo (grazie anche alla breve durata) e un'ambientazione raggelante e minimale piuttosto riuscita. Ovviamente dopo che un certo signor Cronenberg ha basato alcuni dei capitoli più alti della sua filmografia sul concetto di immagine "virale" (contaminata dalla malattia o dal massiccio utilizzo di droghe poco importa), gli altri non possono far altro che seguire.

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  8. Per me non è un errore, qua entra in gioco la distinzione tra suspence e colpo di scena che per quanto mi riguarda è vinta a mani basse dalla prima, l'atmosfera tesa e un presagio di destino funesto è molto più avvincente e utile per una possibile immedesimazione dello spettatore piuttosto che il banale colpo di scena che ti risolve il film e strappa un "wow" ma è più funzionale ai fini dell'intrattenimento di per se. Naturalmente la cosa migliore sarebbe dosare queste cose per ottenere il mix perfetto..non so, questo film mi sembra abbia le sue cose a posto, forse un pubblico troppo colto a volte non nota più la freschezza di un prodotto a se stante tendendo a semplici categorizzazioni, ma questo è umano. Lo dico perchè anch'io adesso lo vedrei con occhi diversi, purtroppo. Beato chi vedendo un film è sempre entusiasta come la prima volta

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  9. Beh guarda, sul fatto che un film non debba essere costruito sul colpo di scena finale ti do ampiamente ragione, solo che in Next Door non sono troppo sicuro che tale operazione non sia stata effettuata dal regista.

    Ragiono per assurdo: senza il finale Next Door non ha ragione d'essere. Di conseguenza, come in tutti i "gialli", la soluzione dovrebbe essere velata allo spettatore per non rovinare quella che è la parte più importante che sorregge TUTTO, al contempo però, se il regista non bara, dovrebbero esseri forniti allo spettatore gli strumenti (indizi) adeguati per s-velare la soluzione finale. Ovvio che gli indizi devono essere dosati intelligentemente, perché in caso contrario, ovvero questo :D, si anticipa la conclusione, e la bolla di sapone scoppia.

    Potresti fare un esperimento, Termo. Rivederlo, con gli occhi nuovi.
    Comunque noto che sia tu, prima, e Count Zero poi, avete citato Cronenberg quando io mai mi sarei sognato di farlo in relazione a Naboer. Questo è proprio un piccolo esempio della pluralità di vedute che emrge da un film; quindi Termo se lo rivedrai e ti piacerà come e più di prima, fa niente, anzi sarei felice per te.

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  10. lo vidi qualche tempo fa...un passatempo senza pretese (tanto che mi sono scordato gran parte del film)...ricordo solo la grande presenza scenica della mora della foto che hai messo sul post...per il resto niente di nuovo sotto il sole, anche se passabile come visione...molto meglio le incursioni di Polanski in questo tipo di cinema...nello stesso periodo vidi "Love Object" di Robert Parigi che invece mi piacque non poco e lo consiglio calorosamente...

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  11. E' curioso di come un film così sconosciuto l'abbiano visto in così tanti. Potere dell'internette.

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  12. ehehehe...beh io di film ne ho circa 18000 in casa, per cui è facile che possieda ciò di cui si parla...i sub in italiano in Asian World poi fanno miracoli....

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  13. Cmq questo film ha colpito solo me, dovevo averlo visto in uno stato particolarmente eccitato o esaltato a quanto pare! Mi sembra tra l'altro di averlo rivisto, forse in parte, magari per curiosità per le vacanze seguo il tuo consiglio e me lo trangugio, poi vediamo, però ora abbandono le armi e m'arrendo all'evidenza. Polanski è un altro che spacca (scusatemi il gerghismo), l'Inquilino del terzo piano è retto da regole stranianti di una psicologia diversa, come entrare nella testa di un'altra persona un poco disturbata(anche se abbastanza simile a te). Bello, e grazie anche per il consiglio del film a Zonekiller. Ciao!

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  14. @ Zonekiller: IIIIIIIIIIIIH quanti film hai?? Ma tutto in dvd/divx/cassette, oppure su hard disk esterni da infiniti giga? No perché se no tra un po' sarai costretto a dormire su pile e pile di custodie.

    E cmq sì, dal forum di Asian World saccheggio senza dignità alcuna.

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  15. valigette da 900 dvd (film multipli all'interno) tutti catalogati per numero, dvd originali per intere pareti...vhs un'infinità...molte trasferite su dvd...follia?!? e poi lavoro 10 ore al giorno, per cui non li vedrò mai tutti di sicuro...follia!

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