martedì 8 dicembre 2009

Ken Park

Larry Clark, rinomato fotografo col pallino dell’adolescenza deviata, costruisce attraverso la sceneggiatura di Harmony Korine – regista di Gummo (1997) e quindi già un’autorità in questo campo – un film in cui le personalità dei vari characters si plasmano secondo un freddo procedimento algoritmico per cui se un genitore vedovo è ipersensibile, protettivo e religioso la figlia sarà una puttanella che non disdegna rapporti fetish e ménage à trois. Oppure se un padre è un alcolizzato, culturista fai da te, macho ma con tendenze omosessuali latenti e incestuose, il figlio sarà introverso, chiuso, una mammoletta che si stappa bong a iosa con gli amichetti.
Per Clark se il tronco è dritto il ramo crescerà storto. Come in un algoritmo dove ad un passo ne succede un altro, i ragazzi di Ken Park possiedono una personalità sempre opposta a quella dei genitori. Pur mandando a quel paese teorie psico-sociologiche l’idea in sé non sarebbe neanche malvagia, e da sola potrebbe bastare per poter definire il film (abbastanza) provocatorio. Ma evidentemente gli autori non la pensavano così e hanno deciso di spingere sul pedale del voyeurismo scabroso, quello che non omette niente, e mette più di ciò che c’è bisogno. La sensazione è che a Korine sia venuta in mente un’idea eccessiva e abbia fatto di tutto per enfatizzarla, come dire: ”Ehi sarebbe fico che un ragazzino si sparasse una sega con un cappio al collo mentre gurda in tv una partita di tenniste che tra un dritto e un rovescio ansimano come meretrici.” E aggiungendoci una “bella” ripresa ravvicinata di fresco sperma il gioco è fatto.
Ostentare in maniera così chiara le pulsioni sessuali di questi ragazzetti è un autogol clamoroso perché al di là di un’atmosfera pruriginosa che potrebbe anche attizzare la vostra libido, la rappresentazione della realtà condannata da Clark viene raccontata… attraverso i suoi stessi mezzi! La morale invisibile si perde nell’esibizione reiterata di immagini scioccanti messe lì solo per sollazzare il gusto di alcuni spettatori. Urlare è un’azione infantile atta a manifestare la propria presenza, e cercare di impressionare mettendo in mostra quanto l’anima dell’uomo abbia toccato il fondo è sinonimo di scarsa dimestichezza col mezzo cinematografico. Qualche babbeo potrebbe anche abboccare di fronte ad un cunnilingus (ma se davvero si voleva trasgredire perché non mostrare il rapporto tra Shawn e la madre?) o ad un efferato nonnicidio, ma Ken Park sarebbe stato un film di ben altro spessore se il regista ci avesse solo che suggerito almeno la metà delle scene presenti nel film, compresa l’ultima patetica sequenza di sesso a tre in cui si vorrebbe dare un barlume di speranza e dove invece si continua a navigare nelle acque torbide della sgradevolezza. Il mio non è bigottismo, per carità, ma se si voleva aprire uno squarcio positivo sulle loro vite era giusto allontanarli dal degrado sociale in cui ristagnavano senza continuare ad essere così sfacciati, perché così facendo Clark ha finito per mordersi la coda da solo.

8 commenti:

  1. è un film parecchio inutile. Ricordo che a post-visione l'avevo già dimenticato, le scene di sesso stanno lì solo per riempire la durata, la cosa paradossale è che nel finale alcune le hanno pure "coperte", ricordo che la fellatio era offuscata, peccato, perché a parte la coscienza speravo che almeno la libido venisse stimolata. Una delle "due ore di film" più perse della mia vita.

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  2. Decisamente inutile, sì. Non ho notato l'offuscamento della fellatio (magari abbiamo visionato due versioni differenti), ma non mi stupisco. Tra l'altro la locandina italiana che ho messo è un bell'esempio di censura perché il capezzolo della tipa è stato sfocato ad hoc insieme a tutta la tetta di cui non vi è traccia.

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  3. Ciao! Seguo il blog da molto poco ma devo dire che mi sono affezzionato alla tua maniera di raccontare i film che è piuttosto perspicace e interessante, soprattutto per me che sto frequentando un master di cinema e tv da qualche settimana e m'intendo più di letteratura (ma non ho imparato quasi niente). Quindi complimenti, veramente continua così. Volevo spezzare una lancia a favore di Ken Park, che quando lo vidi ancora innamorato e disavezzo alle fantastiche possibilità del cinema mi stupì, e ne rimasi piacevolmente impressionato, forse per il voler svelare e smitizzare quello che,allora, mi sembrava un tabù, la rottura della divisione netta tra generi, la provocazione in se (raccontando la banalità suicida della provincia americana). Ovviamente ero giovane (mah, forse neanche 2 anni fa) e non conoscevo tutto ciò che veniva prima, però credo che il percorso formativo (filmico\arte visiva) c'entri molto, e non lo definirei del tutto inutile. Bella!

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  4. Ciao Termo! Ti ringrazio un mare di volte per le tue parole soprattutto perché tu sei nel "campo" mentre io sono decisamente fuori, dal "campo". E dici una cosa che condivido molto: il percorso formatvo c'entra una cifra nell'esprimere un'opinione. Credo che l'esperienza (ovvero: vedere film su film) sia l'unico modo per acquisire un minimo di competenza in materia se si ha la spocchia di scrivere in un blog sul cinema senza aver MAI frequentato corsi e/o lezioni inerenti al tema.
    E come te, credo che se avessi visto questo film qualche anno fa mi sarei fatto un'idea diversa, ma - per fortuna - di film ne sono passati sotto i ponti, e l'ideale di "buon cinema" formatosi in seguito è ben lontano da Ken Park.
    Detto questo ti ringrazio ancora, e spero di rincontrarti su queste pagine perché il tuo sguardo potrà sicuramente cogliere aspetti che a noi profani sfuggono.

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  5. Concordo in toto. Per diventare dei voyeur da quattro soldi come Larry Clark di chi bisogna essere figli?

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  6. Seguendo le sue teorie di un padre bigotto e moralista. Il che ci potrebbe stare sul piano socio-pedagogico. Soltanto che con un padre libertino ecco che diventeresti il suo opposto. Nessuno ha la verità in tasca, ma un meccanismo del genere mi pare s'inceppi notevolmente.

    Count Zero c'hai un blog parecchio ficherrimo poiché di fantascienza non so una cippa. Ti linko che è cool di 'sti tempi.

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  7. Concordo con la tua disamina, anche a me Ken Park lasciò con l'amaro in bocca..."Kids" al contrario lo vidi al cinema e mi piacque parecchio..."Bully" non l'ho ancora visto (ultimamente si trova anche con sub in italiano)...di Harmony Korine ho amato molto e tra poco lo recensirò "Julien donkey Boy"...

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  8. Ho sempre sentito parlare bene di questo film. Da una parte sono un po' restio per via del Dogma, ma dall'altra sono curioso di sapere che combina Herzog attore. Aspetto la tua recensione, allora.

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